Letterine – Siamo troppo lontani dai marciapiedi?

Per chi sa smanettare, farci arrivare un messaggio che nasconde il mittente, non è difficile. Neppure per noi lo sarebbe cercare di sapere qualcosa di più di “tsunami”, autore o più probabilmente autrice del messaggio. Oggi 11 novembre – scrive “tsunami” – c’è stata in città una manifestazione di senegalesi; “una comunità pacifica e forse per questo oggetto di prepotenze da parte di alcuni tutori della legge”. Non un corteuccio qualsiasi ma “un evento importante con nobili parole d’ordine – giustizia e libertà – che domani la cronaca probabilmente relegherà in qualche fondo pagina”.
Ragion per cui – scrive “tsunami” – se voi ne scriverete facendo riferimento alla stampa non capirete un bel niente di quello che sta succedendo. E guardate che quello dei senegalesi è solo un esempio: sui giornali le cose che contano non ci sono o ci sono in minima parte e spesso col rilievo sbagliato. Ve ne accorgete? E così prosegue: “Mi domando dove appoggiate le vostre chiappe mentre scrivete la vs. NL, in quali studi, uffici, con quali comodità, con quali Pc… I vostri prodotti intellettuali sono interessanti ma troppo lontani dai marciapiedi… “.


Beh, cosa si può rispondere all’anonimo? Che è vero tutto ma – a nostra difesa – va detto che noi non facciamo i giornalisti e che abbiamo assunto come campo l’informazione come quotidianamente viene fornita al pubblico. Per la semplice ragione che siamo (salvo uno di noi) persone che nella vita fanno o hanno fatto altro dal giornalismo. E poi il marciapiede sarà pure importante ma a questa città manca una informazione decente anche e specialmente su quello che succede i piani alti (Carige – e non solo – insegna). E sono i piani alti del palazzo che decidono la vita dei “bassi”.
Ma la lettera ci piace lo stesso ed eccone ancora una parte del seguito.
“Non sentite la puzza? ci chiede “tsunami”. Male, perché io la sento. Forse perché non faccio shopping e frequento poco, non vado in palestra e neppure in chiesa, non ho la Tv e neppure un cane. Tutte cose di cui non mi vanto ma che forse mi permettono di concentrarmi su quei fatti occasionali che spesso sono il principale segno di una città. Come la manifestazione dei senegalesi. A proposito: qualcuno si ricorda che ce ne fu una analoga due anni fa? [24 agosto 2004, ndr] di nuovo per una ingiustizia subita da uno di loro? E si ricorda che in quella occasione proprio un tal don Balletto disse: diamoci una regolata, rivediamo i nostri comportamenti che sono più da coloni prepotenti che da cittadini appena decenti? Balletto è un altro che sente la puzza. Ogni tanto lo dice. E se gli hanno dato anche un premio vuol dire proprio che la puzza c’è. Coraggio, sturatevi il naso”.
(Manlio Calegari)