Acciaierie – Vivere a Cornigliano, romanza incompleta

All’opera la romanza è il momento più atteso. Corale, o assolo è l’attimo in cui sentimenti dei personaggi si rivolgono al pubblico, in un abbraccio unico. E’ l’aria più nota, conosciuta a bambini e anziani, fischiettata per strada.


Patrizia Avagnina e Donatella Alfonso sono partite da qui per scrivere il loro libro su Cornigliano, da un coro di donne che si è levato per le strade del quartiere sin dal 1965. Lo spunto una tesi universitaria scritta dalla prima, sulla sua esperienza per affermare, con molte altre, il diritto alla salute del suo quartiere. Il loro libro “Romanza popolare. Cornigliano, una storia corale” (Edizioni De Ferrari, 2006, euro 20,00) è il racconto di quello che Cornigliano era e di ciò che è diventata e della fatica di vivere in un luogo dove il fumo avvolgeva tutto, fino ad annerire cielo, cibo nel piatto o lavoro a maglia di una nonna. E’ ciò che accade accidentalmente, ciò con cui dovresti convivere, malgrado tutto, perché crea occupazione, ma a cui, ad un certo punto, ti devi opporre con tutte le tue forze, perché fa male. Fa male a chi ci lavora e a chi ci abita.
Il libro è la storia di un’opera impossibile in questo paese, è il resoconto di una trattativa nella quale la mediazione politica cerca disperatamente di far convivere i due bisogni – lavoro e salute – senza avere alternative percorribili da proporre, perché incapace di produrre idee. In effetti la Cornigliano negata, quella delle spiagge, degli stabilimenti, di villa Raggio, spinge disperatamente nell’immaginario di chi, quel quartiere, lo ricorda bambino, lo rimpiange, lo rivuole per sé e oggi arriva a sognare un porticciolo pur di aver accesso ad un pezzo di mare.
Molto documentato su accordi, passaggi societari delle acciaierie, nascita dei comitati, “Romanza Popolare” lascia un vuoto rispetto alle voci, non dei politici, non del comitato, ma dei singoli che ne hanno fatto parte e di coloro che vi si sono opposti. Le acciaierie dei 12 mila operai diventano di Riva e del sindacato, incarnando un nemico a due facce. Loro, quelli che ci lavoravano, spesso figli, mariti, padri delle donne di Cornigliano, sembra vadano raccontati a parte. In un’altra storia. Che è in fondo la strada percorsa. Che ha prodotto, e continua a creare incertezza nei pochi lavoratori rimasti, in quelli in cassa integrazione, e nel quartiere stesso, dove i cittadini devono ancora capire cosa sarà di loro.
La romanza corale non è mai stata scritta. Ma questa vicenda, con i suoi sogni, è davvero appartenuta a tutti?
(Giulia Parodi)