Ricerca – Un silenzio interessato copre la caduta libera
Il Presidente della Repubblica a Torino (Repubblica 27 ottobre 2006) per l’inaugurazione dell’anno accademico del Politecnico ha risposto con parole chiare al messaggio lanciato in quella sede da uno studente che ha detto: “Per chi vuole continuare a studiare e percorrere la strada del dottorato di ricerca la prospettiva è quella di inserirsi in una lunga coda senza una chiara via di uscita…”.
Anche Rita Levi Montalcini ha avuto nell’occasione parole dure sulla condizione impossibile di chi intenda impegnarsi in uno sviluppo dei suoi studi. A tutti Napolitano ha risposto auspicando un impegno deciso del Parlamento per affrontare un problema che ha chiamato “una vergogna simile al lavoro forzato… un fenomeno spaventoso” e così via. Applausi e solidarietà di tutte le forze politiche e sindacali.
P.S.
A fine 2005, il Consiglio Nazionale delle Ricerche, ente da tempo “in fase di riforma” ha assunto 150 persone tra ricercatori e tecnici, con un contratto di 5 anni, col sistema della “chiamata diretta”, cioè senza alcun tipo di concorso. La ragione – condivisa dai sindacati della ricerca – a sostegno di un gesto di tale gravità è che mancava il tempo per adempiere alle regolari procedure con il rischio di perdere i finanziamenti disponibili.
Non è difficile immaginare che tra qualche tempo, 2 o 3 anni, i borsisti in questione faranno una azione per risolvere il loro rapporto precario e che verranno assunti in via definitiva oppure avranno quote di posti a loro riservate nei concorsi che ci saranno via via.
Domanda: come è possibile che nessuno abbia detto una parola per denunciare uno scandalo simile? La spiegazione più semplice è che tutti quelli che avevano da ridire (partiti, sindacati, potentati, ecc.) hanno risolto la loro amarezza collocando propri candidati. Alla faccia dei concorsi, del merito e naturalmente della ricerca italiana.
(Manlio Calegari)