e-democracy – Mille miglia lontani da Porto Alegre
Lunedì 23 ottobre in un teatro Politeama semivuoto, circa 150 presenti, è stato presentato DECIDI, un esperimento di e-democracy della Provincia di Genova, cofinanziato dal governo. Il sito internet dedicato permette a chi si iscrive di votare su questioni legate a temi di competenza della Provincia: politiche sull’occupazione, trasporti, formazione e pari opportunità. A presentare il progetto c’è Enrico Bertolino, che è un bravissimo comico ed un esperto di comunicazione, ma sulla partecipazione non sembra avere idee precise. Come invece le ha il presidente della Provincia Repetto. “Ci siamo confrontati con diversi modelli di partecipazione”, dice, “il bilancio partecipativo di Porto Alegre è caratterizzato da un assemblearismo sfrenato che da noi non va bene”.
Domanda: cosa succede di così importante in quella città da farne un interlocutore polemico? Sarà il fatto che a Porto Alegre, come in tutte le esperienze partecipative vere, le decisione assunte dai cittadini sono sostanzialmente vincolanti per l’amministrazione? Repetto non lo dice, per lui la soluzione è il portale internet, la e-democracy.
Ancora più drastico il direttore del Secolo XIX, Vaccari. “Le decisioni vanno prese tutte dalla politica che ha dinnanzi solo il bene comune e non dai cittadini che vedono solo il particulare”; e ancora: “Se potessero decidere, i cittadini sceglierebbero di andare in taxi e non in autobus”. Dalla platea si alzano diverse voci di contestazione, ma Bertolino sa fare il suo mestiere. Con una battuta zittisce tutti e passa la parola al prorettore dell’Università di Genova, Giovannelli, che la pensa come Vaccari perché “molte decisioni di tipo tecnico complesso non possono essere assunte dai cittadini”.
Dimentica che neppure i politici sono tuttologi con competenze in qualsiasi materia, semplicemente si avvalgono dei pareri di tecnici ed esperti, così come fanno i gruppi di lavoro di cittadini nelle esperienze partecipative.
Vorrei intervenire, ma possono parlare solo gli invitati sul palco. Si può solo fare domande scritte, così prendo in mano il foglio che mi hanno dato, metto nome e cognome e barro la casella “domanda per il relatore Repetto”. Poi scrivo: “La partecipazione è vera se i cittadini hanno capacità decisionale. Quali sono le garanzie che la giunta recepisca integralmente le scelte della popolazione?” Consegno e aspetto.
Si arriva al finale. Bertolino legge una domanda per volta e il relatore risponde. Finché dice “Presidente c’è questa domanda: DECIDI può avvicinare i giovani alla politica? Ah… c’è anche questa…” e legge la mia. Repetto parla lungamente di giovani e politica, in mezzo al discorso fa scivolare l’affermazione che la giunta terrà conto delle indicazioni dei cittadini. Nessun impegno formale, non siamo a Porto Alegre
(Fabrizio Tringali)