Sottocultura – La violenza scatenata sui beni-simbolo
La bella fidanzata, ostaggio di malvagi rapinatori, rivolge accorata prece chiedendo che “An Angel of mercy may descend upon us to let us free in this blessed night”. Subito dopo uno scalmanato (il marito/fidanzato) irrompe in scena occupato principalmente a fare esplodere delle telecamere con un potente fucile a pompa. Evidentemente Iddio era a corto di angeli benevoli e non ha trovato di meglio che inviare il fidanzato furente.
La distruzione causata dal fidanzato furioso e’ descritta minuziosamente, le telecamere a circuito chiuso vaporizzano in mille eleganti schegge in “slow motion” cosi’ come vari altri oggetti che vengono perforati, lacerati e sventrati dalle inesauribili cartuccere dell’ossesso. Per contro, la fidanzata moderatamente maltrattata dai malvagi viene mostrata il minimo necessario ed il volto bovino del fidanzato vendicatore ci e’, per fortuna, risparmiato quasi del tutto.
Era tardi la notte e, non prendendo sonno, stavo guardando il solito telefilm pieno di macchine che piroettano e s’incendiano e distruzioni varie. Mi sono chiesto, ma in quante altre società la cultura popolare consiste principalmente, essenzialmente e quasi esclusivamente nella rappresentazione della distruzione di oggetti di consumo che sono, in ironico contraltrare, la base portante di quella stessa società?
Quante altre società hanno basato quasi esclusivamente la loro narrativa per la parte meno colta della popolazione nella descrizione minuziosa della distruzione di oggetti d’uso comune ?
A ben vedere, nei vari telefilm, la maggior parte della violenza e’ diretta verso le cose. Certo vengono anche uccise opportunamente moltissime persone ma la maggior parte della distruzione riguarda gli oggetti. Vengono rappresentate in dettaglio, al rallentatore ed in “close up” tutti i modi possibili di distruggere le auto, tutti i modi di lacerare bottiglie di bevande frizzanti con proiettili esplosivi e tutti i modi di distruggere le vetrine dei centri commerciali: sparandovi contro, lanciandovi dentro una persona oppure ancora attraversandole a grande velocità con un’auto.
Secondo voi, questa caratteristica “distruttiva” della narrativa popolare è esclusiva della nostra cultura? In quale misura deriva dalla estrema facilità con cui possiamo creare immagini ? Provate un po’ a scrivere un racconto in cui una persona rompe tantissimi piatti. Certa robaccia “funziona solo” con le immagini, ma siamo solo noi a voler a tutti i costi vedere i nostri oggetti distrutti ?
(Gab )