Primarie – E Pellizzetti torna a ruggire per pochi

Mercoledì 27, nella trasmissione “Quale sindaco per Genova”, Primocanale ha mandato in onda una lunga intervista a Pierfranco Pellizzetti.
In passato OLI aveva seguito con attenzione le analisi di questo atipico commentatore pubblicate regolarmente da Il Secolo XIX. “Primarie per dare a Genova un sindaco dei cittadini” (1° marzo), “La periferia scopre l’orgoglio” (21 marzo), “Genova, le primarie difendono la democrazia civica” (31 marzo), “Innovazione e democrazia: a Genova nodo comune (8 giugno, per citare solo alcuni esempi, colgono in modo acuto il nocciolo dei problemi politici, vere e proprie emergenze, che si ripresentano continuamente a Genova e in Liguria e che non si risolvono mai. L’invasione del cemento, il degrado delle periferie, sindaco e primarie sono i temi ricorrenti.


Inspiegabilmente, i suoi stimolanti e acuti contributi sono scomparsi. Da giugno si era verificato un vero black out. Ora è Pellizzetti stesso a spiegarci dal teleschermo che cosa è successo: “Avevo osato nominare il partito degli affari genovesi, qualcuno ha protestato e mi hanno “silenziato”. Ad Adriano Sansa era andata peggi o: lo hanno crocifisso bloccandone la riconferma a Sindaco”. Ma poi il ragionamento prosegue, toccando i temi dell’attualità genovese:
Le primarie potrebbero essere la modalità per rompere le regole con cui ristrette cordate decidono da sempre alle spalle dei cittadini. Il problema non è se si faranno, ma se saranno vere consultazioni democratiche o una loro simulazione per non disturbare i manovratori che vogliono imporre il loro sindaco di fiducia.
Genova non è governata da caste chiuse (tesi don Balletto) ma da cordate trasversali di potere, in cui le distinzioni tra destra e sinistra svaniscono (Burlando e Biasotti in passato viaggiavano in coppia). Seguite il mattone e troverete i nomi.
La cupola trasversale non promuove nessuna idea per uscire dalla crisi cittadina ma solo un permanente presidio di potere. Tutte le ricette proposte – come ha dimostrato l’intervento di Mario Margini alla Conferenza Strategica del Comune – sono prive di prospettive concrete. D’altro canto, se le primarie riusciranno a mettere al centro del dibattito il tema del “futuro condiviso”, la capacità di controllo della cupola andrà in frantumi (evidenziandone la natura di “tigre di carta”).
La questione fondamentale da porre al centro del pubblico dibattito è quella delle periferie, abbandonate da una politica locale esaurita nell’abbellimento del centro. Ora le aree ai lati della città, da Nervi alla Val Polcevera, in preda al declino, rischiano di finire sotto il controllo della malavita organizzata o delle bande etniche. Solo una vera politica può sciogliere nodi così aggrovigliati.
Non abbiamo bisogno di candidati catapultati da chi sa dove. Piuttosto, occorre individuare persone “dentro” alla politica ma “fuori” dai meccanismi del potere irresponsabile; che coniughino tecnologia politica con etica politica, innovazione e democrazia.
Discorso interessante ma purtroppo per pochi intimi; le repliche sono riservate a cose meno scomode.
(Oscar Itzcovich)