Ferrovie/1 – Il rebus permanente dei tabelloni
Poco prima delle vacanze ero andata alla Stazione Principe a prendere il treno per una gita in riviera. Al binario 13 il cartello elettronico forniva, al posto della destinazione canonica “Sestri Levante”, una traslitterazione dal sapore vagamente azteco: Oextri Leu. Nella occasione mi era capitato di rassicurare un passeggero che, non essendo del luogo, non era in grado di cogliere le assonanze nascoste.
Al momento avevo pensato ad un transitorio incidente informatico.
Ma quando ora, a distanza di quasi tre mesi, mi capita di tornare a Principe e sempre al binario 13 vedo un messaggio ancora più criptico (Oomx Termwn1) inizio a pensare ad un problema di cabala, e l’ipotesi mi si rafforza perché mentre il binario 15 e il binario 16 denunciano destinazioni ovvie e mansuete, ecco che il 17 riporta un Gice Vilme che non riesco a decodificare (qualcuno può avanzare ipotesi?).
L’ipotesi cabalistica però si infrange ai binari 18 e 20, numeri questi del tutto neutri, che io sappia. Infatti se qui lo spiazzamento semantico è, al confronto, quasi risibile, pure è innegabile: al 18 si va infatti a La Spzzia z., e al 20 a Brignore.
Resta una spiegazione per nulla esoterica: il virus della indifferenza verso gli utenti e l’assuefazione al degrado si sta diffondendo per contagio dai vagoni sporchi, in ritardo e con le porte fuori uso fino ai binari e ai piazzali della nostra stazione.
(Paola Pierantoni)