Ambiente – L’estate è finita i coliformi no (testo completo)
Forse è ingeneroso ricordare cosa è successo e cosa è stato detto e scritto e da chi durante gli ultimi sei mesi ma è un esercizio necessario a chiunque si proponga di governare la città.
Partiamo da Repubblica di 23 aprile scorso: “Cinquantamila con la puzza al naso. Assalto a Euroflora ma alla Foce l’aria è irrespirabile”. Chiamato in causa, l’assessore Seggi assolve subito il depuratore di Punta Vagno. Ma, per venire a capo del rebus, dà vita ad una “task force” che, 24 ore dopo ha già la soluzione in tasca. Si tratta di una “banalità”, dichiara Seggi; il fetore deriva dal “ristagno prodotto dalla differenza di quote di impianti fognari”; come se l’avessimo già risolta. Purtroppo la “banalità” risulta meno banale del previsto: i miasmi continuano e la task force prosegue nelle indagini.
E’ il momento delle ipotesi. Repubblica del 14 maggio annuncia che è in corso il “setacciamento” della rete fognaria. L’assessore ipotizza l’esistenza di un “versamento anomalo”. Ma si viene anche a sapere che i vigili urbani hanno puntano il loro dito sul depuratore di Punta Vagno. Sul funzionamento? Non si dice. Ma la notizia delle notizie arriva con Repubblica del 16 maggio “Scoperta la causa della puzza alla Foce”. Altro che “differenza di quote”! E’ il Rio Casaregis il colpevole. Ma, di nuovo, non tutti sono dell’idea: i tecnici di Genova Acque si dichiarano perplessi e l’assessore alle opere idrauliche nega che nella rete fognaria vi siano anomalie. Peccato. Il colpevole era appena stato trovato che già bisogna cercarne un altro. Intanto comincia la stagione dei bagni: il 28 maggio compare la prima ordinanza che vieta la balneazione a levante della città. Nessuno però ne sa niente. Sembra che i cartelli con i divieti siano stati fatti sparire. Si sussurra che i rivoltosi siano i titolari degli stabilimenti balneari già infuriati dall’ordinanza del Sindaco che li richiamava al rispetto del libero transito della battigia e dell’accesso al mare attraverso corridoi. Vero o no per il bagnante passeggiare in spiaggia resta un miraggio. Tra gli ostacoli – si legge – anche reti metalliche e filo spinato. Come del resto era già successo l’anno scorso che dopo una ordinanza analoga non si era mossa foglia. Ache quest’anno andrà così?
Mentre ci si interroga se le ordinanaze sono davvero ordinanze, la puzza continua e “rimane un mistero” (Repubblica 6 giugno). L’assessore Seggi dice: agiremo in profondità (?) e annuncia -anche se tutti pensavano che esistesse già – un “catasto del scarichi”. Si farà ricorso anche all’elettronica: nella rete fognaria saranno installati marchingegni “sentinelle dell’inquinamento”; (Repubblica 14 giugno 2006)
La svolta – nelle informazioni, perché la puzza continua come prima – è annunciata il 2 luglio. Così il sindaco al Secolo XIX: “Il depuratore? E’ vero, non va”. Tiriamo un sospiro di sollievo: era l’ora che qualcuno parlasse chiaro. Il sindaco precisa che per metterlo a posto ci vogliono 35 milioni di € e che se governo e regione non glieli daranno lui aumenterà le tariffe dell’acqua. Anche l’assessore Seggi si è messo al vento: “Abbiamo individuato (e tre!) il problema. Per prima cosa è necessario costruire la condotta sottomarina capace di scaricare più al largo i reflui post depurazione. Poi bisognerà procedere al revamping (?) dell’impianto di filtraggio. Secondo gli esperti dell’Arpal all’origine dei miasmi c’è un cocktail di problemi che vanno dal depuratore, fuorilegge e inadeguato alla mole del lavoro cui è costretto, alla rete delle fognature che ancore non intercettano tutte le acque del rio Casaregis (che quindi un po’ c’entra). Tutte ste cose fuori legge chiamano in causa il comune di cui Seggi è assessore. Lui lo sa e precisa: “purtroppo applicare le leggi in materia ambientale è sempre molto difficile quando non si hanno fondi a sufficenza…”. Sarà anche vero ma non poteva dirlo già in aprile?
Il 2 luglio non è solo il giorno della verità. Sulla riva tra Vesima e Voltri è un solo tappeto di cefali morti, decine e decine di migliaia. Altre migliaia sono stati trovati morti alla foce della Polcevera. E’ perché – spiegano gli esperti – risalendo il torrente sono finiti imprigionati in pozze sempre più piccole: l’acqua con poco ossigeno e superriscaldata li ha letteralmente bolliti. Ma da che cosa fuggivano i cefali si son messi a risalire la Polcevera? E se fosse la stessa cosa che li lasciati stecchiti nelle acque tra Voltri e a Vesima? E magari la stessa cosa che l’anno scorso a Pra aveva prodotto la moria di decine e decine di migliaia di loro? In quel caso oltre a incolpare l’anossia, si era data la colpa ai depuratori, agli scarichi fognari abusivi, all’epidemia di un parassita, all’inquinamentoi del VTE… Chissà che in mezzo non ci fosse la spiegazione giusta. Solo che alla foce della Polcevera il VTE non c’è. Per fortuna ci sono, invece, i cormorani.
Repubblica 2 luglio “Stormi di gabbiani e cormorani all’attacco delle carcasse dei cefali da Cornigliano alla foce del Polcevera”. In spiaggia, assediati dai pesci morti, “i bagnanti inferociti tra paura e malori”.
E l’Arpal? Indaga. Qualcuno ricorda che nel luglio 2005 c’era stata l’esplosione dell’alga killer. Coincidenze? In attesa di saperne di più si registra una massiccia presenza di meduse. Gli esperti però tranquillizzano”niente paura, senza di loro il mare sarebbe finito”. Meno male. La speranza c’è.
Repubblica del 3 luglio annuncia che in attesa di un responso definitivo il direttore scientifico dell’Arpal ha dichiarato che la moria di pesci non è dovuta ad inquinamento batteriologico e quindi al malfunzionamento dei depuratori. Affermazione che non lascia tutti convinti tanto che si attende anche l’opinione dei veterinari che (sembra) hanno proprio i depuratori nel mirino.
Su Repubblica del 6 luglio l’assessore Seggi difende i depuratori: la colpa è degli scarichi abusivi. Non dice però di chi siano. Annuncia in compenso che l’aria in uscita dal depuratore di Punta Vagno sarà lavata con acqua e ipoclorito di sodio. Gli 8 depuratori della città funzionano bene, aggiunge Seggi, e sono visitati quotidianamente dall’Arpal. E precisa:”Se ci fossero problemi lo sapremmo in tempo reale”. Ma non era lui che il 2 luglio aveva detto “il depuratore non va”? Vatti a fidare.
Repubblica e Secolo XIX del 7 luglio. Sulle spiagge è emergenza. Estate in ostaggio. Un anno dopo l’alga killer il mare resta malato. Già, l’alga killer. Finalmente qualcuno se n’è ricordato. E’ successo nel 2005. Intanto sui cefali morti a Ponente interviene Dall’Orto, assessore all’ambiente. Tutto dipende, sostiene, dai cantieri nell’alveo della Polcevera. Si sono create sacche povere di ossigneo che con il caldo si sono prosciugate e hanno ucciso i pesci. Interpellati i pescatori si dichiarano scettici (cioè hanno ridacchiato). Sostengono che non di cantiere si tratta ma di fogna. In particolare quella che sgorga dalla modernissima Fiumara a cui va aggiunto il depuratore di Cornigliano. Che è guasto ma di notte ci scaricano dentro lo stesso. Che cosa? Non si sa. Lo chiariranno, probabilmente, al loro l’arrivo a Genova (Repubblica 8 luglio) i super esperti dell’ ICRAM, che sta per Istituto centrale per la ricerca scientifica e tecnologica applicata al mare. Andranno così ad aggiungersi alla oltre mezza dozzina di uffici e conmissioni che già indagano sulla materia.
Cefali a parte qualcuno comincia a temere problemi di ordine pubblico. Una riunione di Comuni della Riviera di ponente (Celle, Arenzano, Cogoleto, Varazze e Albisola) si conclude con accuse durissime ai depuratori del comune di Genova. Non sono i soli. Mentre la procura della Repubblica decide – di fronte alla ormai annuale moria di cefali – di aprire un fascicolo (Repubblica 9 luglio), con un vero colpo di teatro anche esperti della polizia municipale di Genova puntano il dito contro il depuratore di Cornigliano (lo stesso denuinciato dai pescatori…).
E dopo i vigili anche Arpal va all’attacco dell’amministrazione comunale. In una relazione che ha consegnato alla Procura della Repubblica (Repubblica 13 luglio) scrive che a Punta Vagno, una conduttura segreta scarica i liquami direttamente in mare.Il mistero è dunque svelato. “I fetori che da oltre due mesi ammorbano il centro vengono dal depuratore di Punta Vagno”. Arpal spiega come il depuratore, anche funzionando al massimo delle suo potenziale, è in grado di trattare solo 2/3 del suo carico e l’eccedente è scaricato direttamente in mare. Colpevoli i nuovi insediamenti, le nuove case sulle colline… Si legge anche che il Comune doveva saperne qualcosa. Infatti, durante lo svolgimento dell’Euroflora, aveva fatto chiudere le griglie di aerazione della condutura con teli di nailon per poroteggere le narici dei 300 mila visitatori. Insomma: dalla puzza al veleno.
La puzza, la fogna, i cefali morti, lo scaricabarile e il chiacchericcio generale suggeriscono a Zunino, assessore regionale all’ambiente, di dire finalmente la sua. Lo riferiscono i quotidiani del 14 luglio. “Se il mare tra Genova e Savona è malato, dice l’assessore, la colpa è di Lazio e Toscana i cui rifiuti, a causa delle correnti, arrivano sulle coste liguri. Quanto ai depuratori genovesi messi sotto accusa dai comuni del Ponente lui si sente di assolverli, perché, dice, per prima cosa “sono grigliati” e poi perché anche a Levante fanno le stesse accuse. E siccome i residui o vanno da una parte o van dall’altra vuol dire che la ragione è un’altra. La sua teoria, l’unica – fa notare – in grado di soddisfare contemporaneamente le rimostranze di quelli di Levante e di quelli di Ponente, è che i rifiuti vengano da Lazio e Toscana. E poi dicono della Lega…
Il 29 luglio è un giorno nero. L’alga killer più volte evocata tra le tragedie della stagione 2005 è improvvisamente (?) ricomparsa. .Ma questa volta il Comune per non rischiare intossicazioni gioca d’anticipo. Ordinanza: tre giorni senza mare. Bagni vietati da Quinto a Nervi. Un polpo trovato morto: ucciso dall’alga? Non si sa. E i cefali? Non si sa. I monitoraggi Arpal continuano.
30 luglio 2006 La Liguria si guadagna le pagine nazionali di tutti i quotidiani. La costa ligure osservata speciale. “Incubo alga tra malori e multe”. Poca gente sulle spiagge. Un titolo: “Il silenzio dell’alga”. I vigili del settore ambiente hanno cominciato a pattugliare il litorale tra Quarto e Nervi. I quotidiani locali ricordano la domenica 18 luglio 2005 con 180 ricoverati negi ospedali cittadini. La zona era era la stessa! Che sia un’alga abitudinaria?
Quotidiani del 1 agosto. A Genova l’allarme alga tossica è generale. Chiuse quasi tutte le spiagge della città. Quotidiani del 2 agosto: nella città del mare malato, si aprono due nuovi fronti di indagine (ce n’è già almeno una dozzina): la Procura allarga le indagini e il governo (sì!) manda un gruppo di suoi “007”. Disappunto tra gli amministratori locali e della Regione. Non sono necessari, fanno capire. E il portavoce del sindaco scrive: qui “non c’è epidemia e la guardia è alta”.
Quotidiani del 3 agosto: l’unica cosa certa e che l’alga tossica c’è e i bagni restano vietati. Mare e spiagge complertamente deserti. Per non concedere troppo al pessimismo il divieto è per due giorni. Ma già si dice che verrà reiterato.
Gli amministratori e i tecnici dei vari uffici “sperano che nei prossimi giorni le condizioni meteo portino in Liguria piogge e mareggiate che eliminino l’alga.
Un cronista di Repubblica che conduce una inchiesta in riviera raccoglie questa battuta: “Chi frequenta la costa da anni non dà la colpa all’alga, ma agli scarichi tossici di navi e depuratori difettosi”.
Repubblica del 4 agosto: la pioggia è finalmente è arrivata. “Sotto la pioggia l’alga in agonia”. Il guaio è che la pioggia ci ha messo troppo ad arrivare. Repubblica 5 agosto “Ora che la città si svuota l’alga se ne va”. La riduzione della sua presenza percentuale, si legge, sarebbe del 10 %. Una percentuale sufficiente per eliminare i divieti di balneazione. Vento pioggia e mareggiate dissolvono l’incubo mentre il 46% dei residenti prepara la partenza.
7 agosto L’alga spazzata via dalle mareggiate e dall’abbassamento della temperatura ha lasciato dietro di sè abbondanti dosi di veleno. Tra i medici al capezzale del grande malato (Icram, Arpal, Asl, Ist. Zooprofilattico, Dipart. di igiene dell’università, Ministero della Salute ecc. ecc.) inizia il regolamento di conti. “Non avevamo certo aspettato la dritta del Ministero” dichiara l’assessore regionale alla Sanità”. E a riprova ricorda che a suo tempo aveva firmato il divieto di balneazione da Quarto a Nervi senza bisogno del loro consiglio. La sua esternazione è l’inizio e la fine del dibattito. Poi, provvidenziale, scende il silenzio; “bipartisan”. Nessuno che si prenda la briga di dare una spiegazione decente di quello che è successo, dalla puzza, ai cefali all’alga; che dica “ci eravamo sbagliati” oppure “il tale ha detto una stupidaggine”. Niente di niente. In compenso (Repubblica 8 agosto) tutti si dichiarano d’accordo che essendo l’alga un “emergenza nazionale” si rendono necessari nuovi contributi dal Ministero per l’Ambiente. L’assessore regionale sottolinea il “clima di concordia fra le istituzioni sul caso dell’alga tossica”. Annuncia per settembre un “tavolo nazionale” sull’alga. Il direttore dell’Icram, partecipando ad un vertice in Regione ha proposto di andare oltre i confini nazionali e di avviare, sempre sull’alga, un programma di studio internazionale. Ha anche fatto i complimenti a ASL e Arpal: La Liguria, ha detto, è un esempio di trasparenza. (ha detto veramente così).
In un clima finalmente disteso con il solo neo delle meduse, Repubblica del 17 agosto, informa che la zona di Punta Vagno dove è nato lo scandalo della puzza si va popolando di ratti. Ne sono stati trovati anche di morti. Il comune minimizza ma attiva, per chi volesse fornire segnalazioni, un numero verde. In una intervista il responsabile della principale ditta che pratica la derattizzazione in città fa balenare scenari inquietanti. Speriamo bene.
Intanto Ferragosto è passato e si tentano i primi bilanci della stagione balneare (si fa per dire). Su Repubblica del 18 agosto l’assessore Seggi traccia un bilancio più simile ad una invettiva. Accusa la temperatura, le piogge e la rete fognaria vecchia che non è in grado di sopportare piogge intense. Accusa i costruttori responsabili dei mancati allacciamenti fognari o eseguiti non a norma senza la separazione delle acque bianche dalle nere. le acque non sono separate. Tutti, fenomeni naturalistici ed uomini, sono responsabili di questa estate orribile.
Finalmente. Repubblica del 24 agosto annuncia che la situazione sanitaria e del mare cittadino è “sotto controllo”. Lo sostengono Arpal, il nucleo subacqueo dei Carabinieri di Ge Voltri e il responsabile del dipartimento di prevenzione dell’ASL
E l’alga tossica o killer? Forse è rintanata da qualche parte in attesa di della prossima estate. Magari è un’alga burlona, né killer, né tossica. O magari è un’alga prezzolata, al soldo degli uomini di questo potere inetto che la usano per nascondere le loro reponsabilità. Un’alga capro espiatorio…
(Manlio Calegari)