AMT/1. il trasporto urbano muore grazie alla deregulation

Quello che nessuno dice dell’AMT, è che il trasporto pubblico a Genova non rappresenta più da tempo una priorità per gli amministratori e per una larga parte dei cittadini. Anno dopo anno sui bus sono rimasti a viaggiare solo anziani, ragazzi, immigrati e – ma solo su alcune linee e in alcune fasce orarie di lavoro – anche un po’ di persone “normali”.


I dati forniti da AMT documentano ampiamente la caduta catastrofica dell’utenza. Per farsene una idea è sufficiente salire su un bus.
Nessuno dice che da anni ormai è stato dato il via libera all’uso dei mezzi privati in città congelando o addirittura riducendo le scarse corsie riservate ai mezzi pubblici, permettendo che più della metà delle auto che giornalmente entrano in città siano fuori posteggio e contribuiscano così all’appesantimento del traffico e dell’inquinamento urbano. Lo stesso si dica per oltre il 70% delle moto, giudicate più veloci dell’auto solo per la maggiore facilità con cui possono infrangere il codice della strada (superamento delle colonne di macchine utilizzando la corsia opposta ecc.). Il tutto in un clima di “deregulation” dove il sistematico uso dei marciapiedi per il posteggio, le strade occupate da mezzi spesso abbandonati e un traffico sempre più aggressivo verso i pedoni, non destano l’interesse della vigilanza della città.
Il trasporto pubblico oggi alle soglie della bancarotta è vittima di scelte perpetrate durante anni che a loro volta hanno alimentato comportamenti individuali su cui è molto difficile intervenire. Perché è importante dirlo? Perché chiunque oggi si avventuri alla ricerca di salvataggi dell’ultima ora, magari ricorrendo a espedienti finanziari, può al massimo rinviare la crisi finale e non impedirla.
E’ comprensibile l’affanno di chi improvvisamente si rende conto di come un prezioso patrimonio dei cittadini, azienda, personale, mezzi, rimesse, e una cultura – sì, il trasporto pubblico è una cultura – rischi da un giorno all’altro di scomparire. Ma la soluzione – restituire un trasporto pubblico a questa città – è molto, molto di più della difesa dell’esistente; è un cambiamento radicale del nostro modo di spostarci in città. In ogni caso la soluzione non sta nella vendita o peggio nella svendita del patrimonio così come è stato sino ad oggi e come si progetta di fare. Tra l’altro non servirebbe a nulla.
(Manlio Calegari)