Intercettazioni – Il fango del “giornale” sulla famiglia Giuliani

Il bel mondo politico-culturale, di destra e di sinistra, quello che si è indignato per le intercettazioni telefoniche di parlamentari, banchieri, affaristi ed ex reali, riportate dai giornali, e che tanto ha protestato da fare adottare d’urgenza misure legislative contro gli abusi di “certa” informazione, non ha detto una sola parola per l’ignobile speculazione consumata dal Giornale di Berlusconi contro la famiglia Giuliani.


Il 20 luglio, nella generale distrazione estiva, il quotidiano non dimentica il quinto anniversario della tragica morte di Carlo, e lo fa pubblicando il testo di una telefonata registrata tra i genitori del ragazzo, un anno prima del G8. In quella conversazione, al pari di tanti altri padri e madri, Haidi e Giuliano Giuliani si confidano le loro ansie per quel figlio inquieto che forse si fa qualche spinello e si mette anche nei guai difendendo un extracomunitario trattato duramente dai carabinieri, ragion per cui si busca una d enuncia.
E’ soprattutto il padre a mostrarsi esasperato per il comportamento di Carlo, tanto da dire che teme il peggio, mentre la madre, al solito, cerca di mediare, invitando alla pazienza, alla comprensione, ad aver fiducia. Perché mai questo tipo di confidenze familiari, molto intime, vengano registrate dalla Guardia di finanza, evidentemente su autorizzazione della Procura, non è ben chiaro; ma pare che all’origine ci sia un controverso episodio avvenuto qualche tempo prima nei vicoli, quando Carlo viene momentaneamente fermato col sospetto di essere in cerca di fumo (addirittura lui pensa a una rapina e invoca la polizia). Subito rilasciato, le indagini vanno discretamente avanti, ma nulla risulta a suo carico.
Ecco però che i verbali di quelle telefonate tra i suoi genitori riemergono nel quinto anniversario della morte del ragazzo, senza motivo giudiziario o giornalistico di sorta, solo per schizzare fango sulla sua memoria. Per la serie, senza pietà e senza vergogna. Gli unici a protestare per l’indegna operazione sono il Manifesto e Liberazione che ottengono una sanzione dal Garante della privacy; il resto è silenzio; nessuno si è accorto di nulla. Alla domanda se intende reagire, Haidi Giuliani dice di no che ormai è abituata agli sciacalli. Soltanto in un caso ha deciso che era troppo e ha querelato il Giornale di Belpietro-Berlusconi: “Ha pubblicato una lettera dove si leggeva che i monti non sorridono ma i morti sì, per dire che la morte di mio figlio mi avrebbe fruttato una ricchezza… Li ho querelati e li voglio vedere condannati.”
(Camillo Arcuri)