Ambiente/3 – Ma il mare ridotto a cloaca, è di destra o di sinistra?

In estate la NL non esce e i ritagli dei pezzi messi in evidenza si accumulano. Così fino a questo metà settembre ’06, quando riprendiamo l’invio. Ma lo scoraggiamento serpeggia: le notizie selezionate durante i mesi precedenti – dobbiamo recuperare due mesi no? – perdono il già scarso fascino dell’attualità mentre rivelano una inconsistenza imbarazzante. Al punto che ci assale il dubbio d’essere stati presi in giro.


Tra la fine d’agosto e i primi di settembre l’amministrazione comunale di Rapallo va in crisi. Il sindaco, sospettato di aver favorito illecitamente suoi familiari in un progetto edilizio è sfiduciato. Passa in seconda piano la notizia degli stessi giorni che il mare di Rapallo è “pericoloso” ed è scattato il divieto di balneazione. Fin qui niente di strano a Rapallo si va per ragioni edilizie e non per fare il bagno.
Ma, d’estate, parlare di mare e di turismo è inevitabile; succede tutti gli anni. Nella seconda metà di agosto ’06 il giornale del centro sinistra ha ospitato un dibattito sul quesito se essere di sinistra è compatibile col favore per un turismo di élite. Sembra infatti che a sinistra si debba essere fautori del turismo di massa. Il dibattito coinvolge personalità politiche e della cultura che però non rivelano dove fanno le loro vacanze. In compenso nessuno risponde alla domanda: lasciare che il mare diventi una fogna è di destra o di sinistra? Nessuno risponde al quesito perché il mare – nel senso bipartisan di farci il bagno – non rientra nei progetti turistici (business) attuali dove, spiegano gli esperti, è sì presente, ma solo come cornice di qualcos’altro: mostre, enogastrronomia ecc.
Il mare alla vecchia maniera – che vai alla spiaggia per farci il bagno – non rende; non è neppure “patrimonio dell’umanità” e quindi sporco o pulito non conta. E se la goletta verde attribuisce il bollino blu a questa o quella località, si sa che non vale molto perché le indagini le fanno in primavera mentre la merda monta l’estate.
La merda ha i suoi colpevoli diversamente il mare sarebbe pulito, cristallino – dicono gli esperti. Bella scoperta, ma chi sono i colpevoli? E da quando operano? L’inchiesta fatta oltre due anni fa dalla ASL chiavarese ha dato tutti gli elementi per capirlo. Lo sanno benissimo anche i sindaci (di destra e di sinistra) della Riviera che si rifiutano di dare informazioni sugli impianti di depurazione e i rispettivi periodi di guasti, manutenzioni ecc. Le informazioni dell’Arpal, l’agenzia regionale (centro sinistra), sono inconsistenti. I cittadini (di destra e di sinistra) si interrogano, scrivono ai quotidiani locali che in nome della ragion di stato (business) cestinano. O fingono che tutto si riduca ad una emergenza, come quella dell’alga tossica che ha imperversato durante i due mesi d’estate ’06 oscurando ogni altra considerazione.
Secondo Repubblica del 19 agosto l’alga fa parte delle “Sette piaghe dell’estate” dei liguri. Le altre sono: il caldo africano, le meduse, la grandine, le alluvioni, le trombre d’aria, le cavallette.
Sulla merda invece solo silenzio; niente ottava piaga. E se fosse una congiura? Ma di chi e contro chi? Il comitato Mare pulito di Framura (Repubblica lettere, 29 agosto) scopre nel suo mare, alla faccia del bollino blu attribuito alle “Cinque terre”, “feci, rifiuti tritati ma ancora riconoscibili”. Il colpevole? I vicini di Levanto, di Bonassola che “non depurano ma triturano e immettono direttamente in mare”. Ah, l’odiato vicino! Ma anche quelli che stanno più lontano hanno le loro colpe. Repubblica del 14 luglio scrive che l’assessore regionale all’ambiente intervenuto ad una riunione di amministratori del comuni della Riviera di ponente ha sostenuto che il mare tra Genova e Savona è malato per colpa di Lazio e Toscana. Sono loro i rifiuti e il liquami che per colpa delle correnti giungono sulle nostre coste.
(Manlio Calegari)