Patrimonio Unesco – Parole ma non guardie e i carruggi affondano

Tornata a Genova dopo più di due mesi di lontananza provo un sussulto di orgoglio: prestigiosi striscioni mi informano che tutta la zona del Centro Storico che circonda casa mia è “Patrimonio della Umanità UNESCO”. Ma questa gioia del cuore viene presto azzerata dalle cronache di degrado, inquietudini, allarme che mi fanno gli amici. Man mano che li sento per salutarli, indipendentemente l’uno dall’altro mi dicono che nel corso dell’estate la situazione nell’area di Via del Campo e della Maddalena è peggiorata in modo sensibile.


Mi raccontano di una attività di spaccio sempre più plateale e aggressiva, di minacce a conoscenti che avevano affrontato verbalmente chi svolgeva il traffico nel portone di casa, mi parlano di risse frequenti, citano episodi di rapina a persone anziane. Una mia amica ha interpellato una persona transessuale che esercita lì vicino e un cittadino marocchino, ricevendo conferma del suo allarme: le cose non vanno affatto bene, le hanno detto, siamo preoccupatissimi, e non vediamo mai pattuglie della polizia a piedi nelle zone e nelle ore in cui servirebbero. Mi viene raccontato l’episodio di una persone anziana che dopo essere stata rapinata si è sentita male ed è svenuta: la polizia viene avvertita e risponde di non poter mandare nessuno, si limiterà a far arrivare una autoambulanza.
Due giorni dopo questi racconti incontro per strada un’amica sudamericana che abita nella zona tra Via San Luca e Caricamento, e faccio una verifica: “Come va? Come è andata l’estate qui in Centro Storico?” Male, mi risponde, malissimo, la situazione in questi mesi è molto peggiorata. E mi ripete la cronaca: risse, spaccio, impossibilità di dormire. Ci difendiamo buttando acqua dalle finestre, ma non serve a nulla. Mi dice di essere andata di persona a parlare con la pattuglia della Polizia che staziona davanti all’Expò per chiedere una presenza in zona, e di non aver ottenuto nulla: siamo in pochi, le dicono, e lì non ci andiamo.
Scorro i giornali di questa estate e trovo su Repubblica del 13 Agosto la “lettera aperta alla autorità” in cui il parroco di San Sisto di Pre racconta più o meno le stesse cose. Due giorni dopo la cronaca del sopraluogo del questore “che ha assicurato un rafforzamento dei pattugliamenti”. Le autorità comunali non vanno all’appuntamento ma “Annunciano iniziative rivolte a tutelare la sicurezza”…
Se tra le cause immediate gli amici con cui parlo mettono anche un indulto attuato senza misure per il reinserimento delle persone messe in libertà, le cause di fondo sono ben più strutturali e ne sono un simbolo perfetto le centinaia di raffinate lampade per la illuminazione artistica delle facciate rifatte di Via del Campo, che nessuno ha più acceso dopo il 31 Dicembre del 2004. Nel buio fondo seguito al restyling di facciata dell’anno della cultura restano a presidiare il territorio solo gli eroici “operatori ecologici” dell’AMIU a cui mentalmente rivolgo ringraziamenti infiniti ogni volta che, rincasando, ho la fortuna di incontrarli.
(Paola Pierantoni)