Ambiente/2 – Chi inquina e chi paga

Riparte la litania classica dell’estate, il mare è sporco, i depuratori non funzionano, o funzionano, o funzionano così così, fate pure il bagno che non c’è pericolo, fatelo ma con precauzioni, fatelo ma sono fatti vostri se poi vi prude…. E alla fine: ci vogliono i soldi, bisogna aumentare il costo dell’acqua che a Genova è basso, bassissimo, che dire, il più basso d’Europa, del mondo… Suvvia un piccolo aumento per avere il mare pulito e le fogne profumate…….
Hanno una bella faccia tosta i nostri amministratori a riproporre per l’ennesima volta queste litanie. Ma si sa a volte puzzano anche le parole.


Ora ci viene detto che il depuratore di Punta Vagno non funziona , che addirittura c’è una uscita clandestina che scarica a mare i fanghi, ci si dice che si il fangodotto s’è rotto a maggio e ha scaricato nel Bisagno…… che sì, la condotta sottomarina non è a regola d’arte, anzi è fuori legge , però potrebbe essere in conflitto col disegno del waterfront di Renzo Piano, che le puzze nel Rio Casaregis sono dovute ai ristagni di fogna accumulatisi la sotto per la bravura dei molti palazzi che si sono finalmente allacciati alla rete fognaria. Infine ci si dice che il depuratore comunque non ce la può fare, non è in grado di reggere tutti gli scarichi fognari che si sono collegati in rete negli ultimi mesi.
Proposta finale: aumento della tassa e nuove iniziative sugli impianti.
Ma vogliamo scherzare?
Il depuratore di Quinto scarica in mare alla grande, quello di Punta Vagno è un colabrodo con uscite segrete, quello della Darsena non è mai stato in regola , quello di Cornigliano puzza da settimane, quello di Sestri è un finto depuratore, quello di Voltri è già finito sotto le attenzioni dei carabinieri del Noe per i fanghi abbandonati al sole e per le centinaia di cefali a pancia in su che costellano le – poche – spiagge del ponente cittadino.
Non è che in un sussulto di dignità i responsabili politici, amministrativi, tecnici e scientifici si dimettono a causa delle balle che hanno sempre raccontato a destra e a manca e per la loro palese impotenza a fronteggiare – da anni – l’emergenza fognaria genovese? Ma neanche a parlarne! Subito ci ammollano l’ennesima ricetta…
E la soluzione, sempre valida, è sempre la stessa: far pagare Pantalone.
Ma la legge? Ah, la legge. Per il sindaco avvocato funziona solo quando si tratta di cavarsela con la formula degli “atti dovuti “. E invece no, la legge dice chiaro e il recente intervento del Ministero lo ha ribadito: chi inquina paga. E allora cominciamo a dire che se ci sono centinaia di appartamenti decine e decine di palazzi che per decenni hanno scaricato nei rivi tonnellate e tonnellate di liquami fognari siano chiamati a pagare per i numerosissimi danni alla salute e ai portafogli dei genovesi, che se il fangodotto si è rotto l’azienda che lo gestisce e che vale la pena ricordarlo è una spa che fa fior di profitti sia chiamata non solo a riparare i danni ma anche a pagare le multe, che se qualcuno ha costruito una uscita “clandestina” per i fanghi del depuratore sia chiamato a pagare e l’azienda che gestisce tiri fuori i soldini dalle sue capienti e profittevoli tasche per pagare i danni.
(Andrea Agostini, Presidente circolo nuova ecologia Legambiente-Genova)