Ambiente/3 – Arpal rassicurante. A chi serve?
Sempre più frequentemente in primo piano. Ma non è un buon segno. Parliamo dell’ARPAL, l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente ligure, lo strumento tecnico scientifico di cui si valgono Regione, Province e Comuni, ASL e Procura della Repubblica per tutelare l’ambiente e la salute. Nell’opinione pubblica è associata alle grandi emergenze ambientali: Stoppani, Iplom, Scarpino, amianto, acque costiere e reflue, depuratori, balneazione. Ma una cosa è la prevenzione dei rischi ambientali e un’altra, la loro eliminazione. E non si capisce perché, di fronte ai rischi e problemi che periodicamente si presentano, l’Agenzia appaia quasi sempre e ad ogni costo rassicurante, edulcorata.
Ne deriva che spesso l’ARPAL si accolla gratuitamente la responsabilità per i ritardi e per le inadempienze di altri soggetti. Inevitabile conseguenza è la perdita di credibilità. Sull’Iplom, poco prima dell’incendio del 1° settembre 2005, che per alcune ore, in piena notte, fece temere alla popolazione di Busalla il peggio, l’ARPAL presenta uno studio, “risultato di anni di lavoro, che disegna un quadro favorevole all’impatto ambientale e alla sicurezza della raffineria”. Ad ogni inizio di stagione balneare, Arpal dichiara che ora “il mare è più pulito”, ma poi la stagione è rovinata da qualche emergenza: l’alga tossica (2005) o il fetore (2006). All’inizio di dicembre dell’anno scorso organizza un convegno internazionale sull’alga tossica, la ostreopsis ovata. Chiama il massimo esperto internazionale nella materia, il giapponese Takeshi Yasumoto, che dichiara di non aver trovato collegamenti imputabili alla negligenza dell’uomo tra i fattori scatenanti e di ritenere che l’inquinamento e le sostanze scaricate in mare non rientrino tra le cause del fenomeno. Le dichiarazioni sono subito riprese sul sito del Comune (Notizie del giorno, 6 dicembre) con il titolo Alga tossica, assolti gli scarichi. Sui miasmi, il 1° giugno 2006, su Repubblica un funzionario dell’Arpal con involontario umorismo dichiara “C’è puzza, ma non inquina il mare”.
In cerca di approfondimenti, è inutile visitare il sito dell’ARPAL (www.arpal.org). Si apprende che “conoscere e far conoscere il patrimonio ambientale ligure è uno degli obiettivi prioritari dell’ARPAL. Soprattutto dalla conoscenza, infatti scaturiscono i modelli di comportamento concreti che sono alla base della sostenibilità ambientale dello sviluppo”. Una presentazione burocratica, infarcita di riferimenti a leggi e regolamenti. I criteri di leggibilità di un sito, di facile accessibilità e di reperibilità delle informazioni consentite dalla tecnologia informatica sono ignorati. La sezione News è ferma al 5 giugno, solo per ricordare che si celebra la “giornata mondiale dell’ambiente”. La notizia precedente risale al 5 dicembre 2005. Riporta il programma del famoso convegno internazionale sull’alga tossica, ma non gli atti. Niente sui miasmi. Niente su Punta Vagno. Le pubblicazioni dell’ARPAL sono ferme al 2002, per lo più non consu ltabili online.
All’ARPAL lavorano circa 500 persone.
(Oscar Itzcovich)