Cultura – Malagestione: non solo sanità

Nonostante sia stata – pur dimezzata con Lille – “capitale della cultura”, Genova fatica a capire cosa significhi fare una politica culturale a sostegno anche del turismo. Servirebbe forse un viaggio a Napoli, città oppressa da gravissimi problemi di ordine pubblico e di igiene ambientale, ma attenta all’apporto che la cultura può dare “all’indotto” e pronta a coniugare il suo passato artistico al presente.


Basta pensare alla programmazione delle chiusure infrasettimanali dei musei partenopei, su sei giorni e non concentrate al lunedì, con inevitabilmente penalizzano il turista.
Ma quello che colpisce di più, in una città ricca di storia e di resti archeologici , e la capacità di guardare all’arte contemporanea, non come momento residuale ma centrale della politica culturale. Lo dimostra la recente apertura del “Madre”, contenitore di opere dei più apprezzati artisti viventi, prestate alla città in comodato gratuito dalle più importanti fondazioni internazionali. All’interesse per le opere esposte, esauriente panoramica dell’arte dell’ultimo mezzo secolo, si accompagna lo spazio riservato agli artisti viventi legati a Napoli (Clemente, Fabro, Koons, Kapor, Paladino, Kounellis, Horn, Paolini, Serra Lewitt e Long) con opere appositamente realizzate per la mostra. Per non dire del piacere di incontrare giovani “custodi” culturalmente preparati e pronti a fornire allo spettatore informazioni e chiavi di lettura sulle opere esposte.
Napoli dimostra, senza presunzione, la possibilità di far cultura, rendendo accessibile, se non popolare, le nuove forme di linguaggio artistico, integrandole nella sua storia..
E Genova? Tutti i musei sono chiusi ogni lunedì. La città ha lasciato emigrare a Firenze la collezione “Della Ragione”: Tiene chiuse in depositi e magazzini il patrimonio di beni di cui dispone. E se deve dare un riconoscimento a qualche suo artista, che nonostante tutto non voglia emigrare come la maggior parte dei suoi figli più prestigiosi, gli assegna il grifo d’argento (vedi Raimondo Sirotti); come dire arte di serie B.
Ma cosa differenzia i nostri amministratori dai vari Bassolino, Jervolino o Veltroni? Solo la mancanza di fantasia o altri interessi che alla distanza, penalizzano una città già in crisi?
(Vittorio Flick)