Il crac – La grande lobby della sanità

Il grande disastro economico della sanità ligure è esploso paradossalmente con l’entrata in carica del nuovo governo, un “governo amico”, dal punto di vista dei nostri amministratori regionali. E’ ora davanti a tutti il penoso annaspare di un’amministrazione che aveva fatto dell’efficienza la sua bandiera.


Burlando non sarà un grande comunicatore, né un trascinatore, ma – si diceva – è una persona competente e un gran lavoratore. Una buona fama di amministratore circonda(va?) anche Montaldo, il nostro assessore regionale alla sanità, la cui manifesta incompetenza ha certamente dato un buon contributo al precipitare della crisi dei conti.
“Non si può governare la Sanità preoccupandosi prima di tutto di nominare i dirigenti delle Asl e a cascata tutti i loro fidi, posticipando il resto” (Franco Manzitti, Il “Lavoro”, 2 giugno). L’occupazione partitica dello spazio pubblico, a ogni livello possibile, dilapida le risorse pubbliche, impoverendo nello stesso tempo la qualità delle prestazioni, umiliando le competenze e quel po’ di meritocrazia superstite.
E l’informazione giornalistica? E’ vasta e ricca la copertura da parte dei giornali cittadini, che si confermano una fonte informativa incomparabilmente più ricca della tv. Ma la dovizia di informazioni sembra talvolta più destinata a celare il senso delle cose che a chiarirle.Un esempio per tutti: l’articolo di Alberto Puppo (Il “Lavoro” del 31 maggio) appare davvero completo. L’autore scrive spesso di sanità, è un competente. Il testo reca anche una tabella che fornisce per i principali ospedali e Asl il valore della produzione, il costo della stessa, il rapporto tra la prima e la seconda grandezza. Ma nessuna spiegazione è fornita su queste voci. Solo i medici e gli operatori della sanità possono sapere cosa significa “valore della produzione”, che non è un ricavo effettivo, ma un espediente contabile usato per quantificare il rimborso che la Regione assicura ad ogni prestazione. Non basta. Basare il giudizio sull’efficenza delle strutture sanitarie sul rapporto “valor e della produzione”/”costi di produzione” è davvero stravagante, visto che la sanità dovrebbe proporsi in primo luogo obiettivi qualitativi (la salute e la soddisfazione degli utenti). Ma questo parametro cruciale non compare affatto nella valutazione di cui sopra.
Da segnalare in positivo l’intervista rilasciata da Micossi al “Lavoro” del 3 giugno: “Troppe lobby da battere. Serve il coraggio di tagliare i posti letto e chiudere gli ospedali inutili. Ma la lobby delle spese, medici, professori universitari e fornitori si oppongono”.
E, per par condicio, l’articolo del “Secolo XIX” del 2 giugno: “”Obiettivi raggiunti”, così un mese fa la giunta ha premiato tutti i direttori”, in cui si dà notizia del premio del 23% della retribuzione annua (premio di quasi 15.000 € netti) deliberato dalla Regione lo scorso 5 maggio in favore dei 14 direttori generali, fra cui anche i responsabili del crac sanitario: Domenico Francesco Crupi, direttore regionale della sanità, e Giuseppe Profiti, direttore regionale del Bilancio.
Il grande crac sta costringendo la premiata ditta Burlando&Montaldo alla precipitosa adozione di misure drastiche. Non volendo (o non potendo) colpire in pieno gli interessi delle lobby interne ed esterne, intrecciate ai partiti, né avendo la capacità tecnica di compiere operazioni intelligenti, è prevedibile che le legnate della ditta colpiranno in primo luogo i cittadini e il loro diritto alla salute.
(Pino Cosentino)