Voci di dentro/2 – Otto o dieci in una cella per quattro detenuti
A Marassi le celle, di circa 16 mq., ospitano 8 persone in letti a castello. Talvolta viene aggiunto un terzo piano, e ciò provoca degli incidenti anche gravi. Qualche mese fa un detenuto è morto cadendo dal terzo ripiano del letto. Le celle erano previste per 4 persone. Restano chiuse, i detenuti – salvo le due ore d’aria – non possono uscire dalla loro cella, se non per recarsi alle attività prestabilite.
Come passano il tempo i detenuti? In cella c’è la tv, si gioca a carte, si ascolta musica in auricolare, soprattutto si fa da mangiare, con fornelletti tipo-camping a gas. Riescono anche a cuocere pizze e torte, allestendo dei fornetti con carta stagnola, pentole e coperte. La polizia penitenziaria permette ai detenuti, quando arrivano, di scegliersi la cella. Perciò le celle sono per lo più etnicamente omogenee. In quelle miste si trovano i più sfortunati. La vita può essere molto difficile, oppure in qualche caso anche abbastanza piacevole, secondo la compagnia. Ma di solito l’atmosfera è satura di tensione e di violenza.
Circa 120 detenuti vanno a scuola (scuola media, grafica e odontotecnica: 50-60 sono “lavoranti”, ossia eseguono piccoli lavori: scopino (pulisce gli spazi comuni, come corridoi ecc.), portapacchi (consegna di ciò che mandano i parenti), portaviveri (il cd. sopravvitto: una ditta ha vinto una gara e fornisce, a pagamento, generi alimentari, sigarette, articoli di profumeria e simili).
I detenuti, inoltre, possono usufruire di diversi colloqui: con i famigliari (una volta alla settimana), con medici, psicologi, educatori ministeriali, ministri di culto ecc.