Quote rosa/2 – La meglio gioventù è già frustrata
Cosa sta accadendo in città? Da chi vorrei essere rappresentata? Chi vorrei fosse il mio portavoce? E’ possibile offrire nuovi ideali, una prospettiva che abbia a che fare con la realtà, con il tessuto urbano, con questo insieme multietnico che non può essere circoscritto solo al Suk? Che ne è degli anziani? E dei giovani? Dell’assistenza sociale, del disagio? Cosa raccontare ai genovesi? Il bisogno dei parcheggi è davvero accessibile a chiunque o questo trivellare, scavare, costruire su un territorio di tutti è soddisfazione del bisogno di pochi?
L’identità.
Abbiamo letto negli ultimi due anni molte lettere. Gli scriventi rappresentavano un problema di genere – donne con ruoli significativi a livello cittadino – o di generazione – giovani appartenenti ai partiti – che si sentivano messi da parte, dimenticati. Abbiamo compreso che lo stato d’animo era di coloro che ricevono un paterno buffetto sulla guancia dal rappresentante politico autorevole, che sembra dir loro: “Vedrai, il tuo momento arriverà…”
Abbiamo assistito alla loro frustrazione, immaginato i tentennamenti sull’opportunità del mandare o meno una loro riflessione alla stampa. Abbiamo letto.
Ci sono cadute le braccia.
Li abbiamo visti manipolati dagli stessi poteri di cui sono figli a cui devono rispetto. Li abbiamo visti tirarsi indietro. Li abbiamo visti brillare per la loro assenza alle manifestazioni in difesa dei parchi, in difesa del lavoro, in difesa della laicità. Non hanno detto una parola sulla sanità. Non hanno fatto nulla per l’immigrazione. Non hanno ascoltato.
Alcuni di loro sono parte della “meglio gioventù” di questa città, molte di loro hanno intuizioni alle quali non sanno dar voce pubblicamente. Piangono per una visibilità negata. Chiedono al partito o all’associazione un posto, perché è la sola delega che li legittima.
La loro storia non ha niente a che vedere con quello che accade. Non è dei cittadini. Essere giovani o donne non basta. Sarebbe un punto di partenza, se ci fosse la generosità politica. L’attenzione. Lo sguardo.
Presto si deciderà chi concorrerà ad essere sindaco di Genova.
Sono state chieste le primarie. La discussione è bloccata, oscurata da elezioni, partito democratico, ed altre vicende. Potrebbero – giovani e donne esiliati – entrare nel merito, suggerire, addirittura sostenere. Produrre un’idea significativa. Riconoscersi nei cittadini. Camminare accanto a loro quando si uniscono in comitati.
Potrebbero uscire di casa.
Se solo non pensassero che esclusivamente in quella casa si gioca il loro futuro politico.
(Giulia Parodi)