Mondanità – Il boxeur Savoia non concede bis
Davvero è così normale, pacifico, perfino scontato, come vuol farlo apparire un’informazione con la sordina del tutto va ben, che l’erede detronizzato di casa Savoia venga ricevuto a Genova con tutti gli onori spettanti a un ospite di grande riguardo, dal sindaco della città e dal presidente della regione, entrambi “di sinistra” come dice con intenti discriminatori Berlusconi? D’accordo, ci sono problemi più seri di cui discutere; ma proprio perché la cosa non è seria, anzi abbastanza ridicola, val la pena di rimarcarla, non foss’altro per sorriderci un po’ su.
Trecento invitati “selezionatissimi” – raccontano attente cronache – si mettono in fila per rendere omaggio a Vittorio Emanuele e la consorte Marina Doria davanti al bel palazzo Pallavicini di piazza Fontane Marose, sede del ricevimento: si notano tacchi altissimi, scollature profonde, alcune toilettes ricercate tra le signore, mentre i loro accompagnatori in omaggio all’austero stile genovese si limitano alla grisaglia d’ordinanza. E’ singolare quanto regolare, rispondendo alle tradizioni storiche della città, che non figurino in fila neanche tutti i discendenti delle famiglie genovesi “titolate”: qui l’aristocrazia, dai tempi di Andrea Doria, trae origine dai servigi resi all’antica repubblica marinara, non da investiture regali.
Così, mentre un patetico gruppetto di indipendentisti contesta ancora con bandiere e striscioni “la dinastia sabauda liberticida”, ricordando l’assalto dei bersaglieri di La Marmora nel 1849, quando furono soffocati gli ultimi moti repubblicani, all’ambito ricevimento accorrono armatori, spedizionieri, professionisti, immobiliaristi e cassettisti vari, smaniosi di essere… presentati a corte. Non mancano alcune presenze di politici: prevedibili l’ex Biasotti e Plinio (duo famoso per lo show delle visioni ispirate da Padre Pio); mentre a sorpresa partecipano al rito il sindaco Beppe Pericu e il numero uno della Regione, Claudio Burlando.
Che cosa ci facessero in quel contesto è un bel quiz: entrambi spinti da incoercibile dovere di ospitalità o semplice presenzialismo mondano? Forse scopriremo un giorno che sotto l’aplomb i due personaggi pubblici sono patiti di boxe: per niente al mondo avrebbero voluto perdersi un possibile bis concesso dal principe-pugile, dopo il recente ko inflitto al cugino Amedeo in un occasione di un regale banchetto. Delusione: a Genova lo champagne non scorre mai a fiumi e il settantenne peso massimo non ha sfoderato alcun “gancio”.
(Camillo Arcuri)