Ist – Non furono politiche le dimissioni di Santi
Articolo a corrente alternata quello in cronaca locale su La Repubblica del 28 aprile: “IST e San Martino, una casa per i parenti”. Si viene informati che la casa per i parenti dei degenti, consentirà ai non residenti con meno possibilità economiche di fruire delle strutture sanitarie e questo, forse, contribuirà a richiamare pazienti da altre regioni.
Si apprende inoltre che il nuovo direttore generale IST non ha perso tempo a far nomine: un buon segnale. Si ipotizza ancora la nomina di Zara a presidente dell’Istituto, un’ottima candidatura per l’accoppiata, ai vertici, di competenze strategiche con professionalità sanitarie a tutto vantaggio della missione dell’Istituto: ricerca e cura dei tumori. Condizione sine qua non il ripianamento del debito pregresso.
Il finale dell’articolo, invece, lascia perplessi quando, sottolineando la presenza di sindaco e assessore, chiosa: “E’ stata l’occasione per sdoganare Leonardo Santi, ritenuto il padre fondatore dell’IST, ma che con l’arrivo del commissario Mauri e l’ascesa del centro destra fu cacciato dall’Istituto.”. I fatti, fino a prova contraria, risultano essere un po’ diversi, infatti:
1) Il professor Santi non è stato cacciato dall’IST, ma ha rassegnato le dimissioni, dopo aver scelto e proposto al ministro Veronesi come suo successore l’eminente ematologo Lucio Luzzatto;
2) Il dottor Mauri è stato nominato dal professor Veronesi, nel maggio 2001, dopo le mie dimissioni confermate e diventate irrevocabili per la bocciatura, da parte dell’assessore Micossi (5 aprile 2001), del piano strategico predisposto con una primaria società di consulenza ed al costo di mero rimborso spese;
3) Il dottor Mauri, nel settembre del 2001 ha presentato tre rapporti, uno al neo ministro Sirchia, uno alla Corte dei conti ed uno all’autorità giudiziaria, sulle presunte irregolarità riscontrate nella conduzione dell’Istituto e nei rapporti IST – CBA (Centro Biotecnologie Avanzate). Senza quei rapporti, probabilmente, l’IST oggi non esisterebbe più, con dispersione di risorse e competenze in altre strutture sanitarie, assicurando la sopravvivenza del CBA, svezzato e nutrito, stando ai rapporti, con molteplici risorse dell’Istituto Tumori.
Basta una domanda: sdoganamento ispirato da chi? E un auspicio: sarebbero opportuni – inutile citare Ciampi –tempi processuali brevi nell’interesse di tutti i soggetti coinvolti a partire dal professor Santi ai gestori dei rapporti IST – CBA, dai responsabili della missione dell’Istituto fino ai malati di cancro.
(Vittorio Flick)