Ambiente – Riviera più indifesa senza Mario Fazio
E’ stata una giornata intensa di ricordo e riflessione, quella dedicata sabato 22 aprile da Italia Nostra a Mario Fazio, nella sua Alassio. Da Carlo Ripa di Meana, presidente nazionale dell’associazione, ad Alberto Beniscelli, Adriano Sansa, Giovanna Terminiello, Bruno Gabrielli, don Andrea Gallo, Titti Oliva fino a diversi giornalisti, tutti hanno portato un brano di memoria, di vissuto nel rievocare sia l’uomo sia l’opera dello scrittore, dello spirito libero divenuto punto di riferimento essenziale nella difesa dell’ambiente.
Ma a far sentire quanto dal 2004 manchi la sua presenza, la sua voce, ci ha pensato, involontariamente, proprio il comune di Alassio, riproponendo l’attualità di una battaglia coraggiosamente aperta da Fazio ben trent’anni fa.
Era il tempo del saccheggio urbanistico delle Riviere, quando il verbo “rapallizzare” entrava nel lessico per indicare l’edilizia selvaggia consentita in nome dei privati diritti immobiliari e del disprezzo del pubblico interesse. Sull’onda dell’andazzo, l’impresa Aster aveva ottenuto la licenza a costruire un albergo in località S. Croce, sulla verde spalliera soprastante il porticciolo di Alassio; senonché in seguito a un esposto firmato proprio da Mario Fazio, il sindaco pci di allora, Dino Grollero, ebbe la forza di riconoscere l’errore della Giunta e annullare la licenza. Cause, controcause, richieste di danni da parte dei costruttori mancati, con relative polemiche: addirittura l’amministrazione comunale di destra annunciava ai cittadini di dover probabilmente pagare due miliardi all’impresa, “grazie” alle spericolate iniziative del sindaco comunista, complice il noto ambientalista.
In questi giorni la Cassazione (massimo organo giudicante, inviso a Caimani grandi e piccoli) ha scritto la parola fine, stabilendo che nessun danno è dovuto all’Aster, in quanto il Comune di Alassio aveva pieno diritto di annullare la licenza. A sorpresa però l’attuale sindaco Marco Melgrati anziché dichiararsi soddisfatto, non sa nascondere la sua delusione e con un immediato comunicato-stampa (poi ritirato) anticipa che la costruzione dell’albergo s’ha da fare, checché ne dica la Suprema Corte. Promessa o minaccia che sia, è un bel test, visto che tra breve ad Alassio ci saranno le elezioni comunali.
(Camillo Arcuri)