10 Aprile – Il ritorno della ragione dopo la grande paura

Per il momento è solo paura. Sentimento sottile che oscilla tra panico e incertezza. Lo si avverte un po’ in tutti. In quelli che si sono impegnati di più in questi cinque anni folli ed in quelli che hanno mostrato indifferenza per la politica, mai stata cosa loro perché luogo immutabile nel quale le regole dei giochi le fanno altri. Sono livelli di paura diversi. Di chi ha saltato il fosso e si è schierato e di chi ha atteso.


Comunque vada la nostra paura sarà bene che la guardiamo in faccia cercando di capire da dove nasce e dove può esplodere. Comunque vada gli eletti dovranno occuparsene. La brutta storia nella quale siamo stati cacciati ha gli occhi e il volto di un uomo, inquadrato più volte in televisione, al quale è stato consegnato il paese anni fa e che, come in molti temevano, non ha nessuna intenzione di mollarlo. Costi quel che costi.
La lucida follia inquadrata nei talk show, nei TG, intervistata nei giornali rappresenta la metà di un paese in bilico tra il sogno e l’ostinazione, disposta a sprofondare ancora una volta, per altri cinque, dieci, quindici anni, portandosi appresso tutto il resto. L’esatta metà. Come nelle diagnosi più inguaribili di schizofrenia estrema. L’esatta metà tra il sano e il malato. Un intero paese definitivamente al collasso. Per il quale nessuna legge Basaglia, nessuna casa famiglia, nessun supporto terapeutico, sembra ad oggi poter far qualcosa.
Lo sapevamo. Lo avevamo detto. Nelle manifestazioni per la pace, per la legalità, per la laicità, per il lavoro, per la scuola. Ora non resta che la capacità di ascolto e il coraggio di tornare alle parole. Quelle vere della politica dimenticata. Da parte dei pochi saggi che abbiamo votato.
(Giulia Parodi)