Berlusconi Day/1 – Chi cercava gli scontri in Piazza de Ferrari

Sembra che a Genova ci sia un’insensata ricerca dello scontro ogni volta che la politica cerca di affacciarsi prepotentemente sulla città. Non si riesce a capire perché ogni volta ci si trova davanti a due linee: poliziotti da un lato e manifestanti dall’altro.


Qualche motivazione forse potremmo addurla, dato che il giorno prima dell’arrivo del presidente del consiglio a Genova rimbalzavano qua e là notizie che parlavano di gruppi d’estrema destra mobilitati per l’ incontro in piazza De Ferrari, voci poi infondate ma che hanno scoraggiato molti manifestanti ad avvicinarsi.
In una piazza blindata, in un mare di forze dell’ordine che tappezzavano la zona centrale della città, chi manifestava sembrava appartenesse a quel gruppo instancabile e presente sempre, rumoroso e irriverente ma non certo pericoloso. Studenti medi e universitari, insieme ai ragazzi dei centri sociali e a parecchi cittadini genovesi, hanno provocato forti reazioni: tre “cariche di alleggerimento”, una ragazza all’ospedale con una ferita alla testa, dolore e paura in piazza. I ragazzi ancora non si spiegano i motivi di quelle reazioni, e prefetto e questore non sembrano dargli gran peso dal tono delle interviste comparse sui giornali.
Il pomeriggio non è mancato di momenti surreali: all’urlo del nome del famoso stalliere di Berlusconi il presidente del consiglio ha risposto perdendo le staffe e insultando, ma la scena più strana è stata vedere i sostenitori di Forza Italia, fuori dal teatro, ad attendere un’apertura dei cancelli che non c’è stata; 34 pulman di sostenitori di fuori Genova avevano già occupato i 2.000 posti del Carlo Felice per l’incontro con la cittadinanza, un disguido tecnico che ha reso l’atmosfera un po’ pesante anche tra i sostenitori.
Difficile attribuire colpe, ma è certo che la gestione di questi eventi è sempre problematica qua a Genova, e questa volta i contestatori non sembravano affatto “squadristi”, come da alcuni sono stati definiti, soprattutto per la giovane età e per i nasi da pagliaccio, le chitarre e i tamburi che giravano per la piazza. Tanta gente quindi dentro e fuori quel teatro ma, a qualche giorno di distanza, solo polemiche e poca chiarezza sui perché di questi ennesimi scontri.
(Andrea Macario)