Berlusconi Day/2 – Il candidato che non c’e’ preferisce dissociarsi
L’on. Mussi, capolista DS-Unione in Liguria, si è affrettato a stigmatizzare le proteste di martedì 21 marzo contro Berlusconi, dimostrando in un colpo solo la fine del contatto con la realtà da parte di certa sinistra e l’assurdità della nuova legge elettorale che catapulta in un dato luogo uno che non ne sa niente e non gliene interessa niente.
Se infatti Mussi, come il resto del suo partito, non avesse dal 2001 perso ogni rapporto con un’istituzione primaria (lo fa vedere la vicina Francia in questi giorni) della democrazia, la piazza, la strada, forse si sarebbe trovato anche lui, come me e pochi altri, a presidiare un luogo pubblico di Genova, non per impedire una manifestazione politica di parte avversa, ma per esprimere la propria protesta contro un capo di governo che fomenta divisioni, insulta gli avversari, irride la realtà quotidiana di chi fatica per tirare avanti.
Era giusto, lecito, doveroso che i partiti della sinistra presidiassero simbolicamente piazza De Ferrari martedì scorso, per testimoniare la loro preoccupata vigilanza democratica davanti al feroce delirio di Berlusconi. Non lo hanno fatto, per la ben nota deriva dalemian-perbenista del gruppo dirigente dei DS, da tempo convinto che se si vede uno picchiare un altro non si deve gridare aiuto, perché non è bene disturbare la quiete pubblica.
Avrebbe però potuto farlo, magari a titolo personale, l’on. Mussi, se si fosse ricordato di essere un candidato della nostra regione. Se ci fosse stato, avrebbe visto quello che chi c’era ha visto: una manifestazione solo rumorosa, una polizia provocatrice, che ha cercato lo scontro fisico, che ha agito con violenza gratuita, che ha deriso platealmente i dimostranti.
Ma l’on. Mussi, vuoi perché illustre membro di un partito che non ha più il coraggio di scendere in piazza (spazio infatti già nelle mani della destra), vuoi perché, suppongo, attratto da altri luoghi il giorno di un appuntamento così delicato per Genova, non c’era. E a me non resta che fargli sapere che cercherò in altre liste del centrosinistra quella da votare per la Camera, lasciando per la prima volta dopo tanti anni i tiepidi DS, ansiosi di smarcarsi più da chi ha avuto la dignità e il coraggio della protesta, che da chi ne ha deliberatamente falsificato motivazioni e dinamica (quella vera l’ ha ricostruita correttamente il prefetto).
(Vittorio Coletti)