Storie antiche – Servono a distrarre i grandi duelli

Dopo il ciclone Sanremo, si sta abbattendo sui giornali lo tsunami “confronti elettorali”. Da almeno una settimana la stampa dedica la maggior parte dello spazio riservato alla politica italiana a quanto avviene in tv. Prima è imperversato il “caso” Berlusconi vs. Annunziata (o viceversa), poi lo scontro Berlusconi – Prodi davanti a Mimun. Ora lo spettacolo inscenato in Confindustria. Il confronto elettorale si risolve in un torneo, come nel medioevo, quando i campioni si affrontavano lancia in resta per decidere la sorte della bella di turno.


Già nell’antichità Omero era apprezzato e letto più di Tucidide. Il mito diverte e distrae (etimologicamente sono la stessa parola), la storia impegna e stanca.
La carta stampata appare incapace di resistere alla potenza della rappresentazione televisiva. Ciò che appare in tv si abbatte sui giornali, che nel tentativo di recuperare un ruolo che gli sfugge, trattano quella che è già un’elaborazione altamente sofisticata e artefatta come se fosse realtà primaria, una materia grezza da ordinare, vagliare, valutare, interpretare. Evitano così di essere piallati dallo tsunami televisivo? Sì, no, non so. La politica del giunco che si piega al vento forse salva il giunco, ma poi tornerà dritto come prima?
C’è un altro aspetto che val la pena di evidenziare: più si innalzano i livelli di rimozione della realtà e di elaborazione mitica della stessa, più aumenta la resistenza e il fastidio in settori crescenti della popolazione. C’è chi pensa che si possa arrivare al dominio perfetto, che non ci sia limite alla capacità dell’uomo di illudersi e di farsi ingannare. Si sbaglia. La rimozione salva dal dolore, ma poi la realtà si vendica, e azzanna dove non te l’aspetteresti.
Lo stesso sistema che appare preordinato in maniera perfetta per perpetuare il dominio dei pochi sui molti secerne il veleno che lo distruggerà. Questo sistema elettorale permetteva, non rendeva obbligatorio, quello che è successo. La partitocrazia ci si è buttata a pesce. Ma così facendo ha cancellato ogni mediazione: il prossimo parlamento (lo scrivo minuscolo a ragion veduta) è stato già ora deciso dalle segreterie dei partiti. E’ caduto ogni diaframma, ogni finzione. Un’oligarchia di qualche centinaia di persone (a dir tanto), di destra e di sinistra, esercita privatisticamente la sovranità al posto del popolo, al di fuori di ogni regola e controllo pubblico. Ora è evidente, dichiarato e certificato.
I “duelli” televisivi e tutto il contorno sono gran parte di questo gioco. A poco a poco questa verità si farà strada, e forse tangentopoli verrà ricordata, in futuro, come una semplice scossa di avvertimento, prima del terremoto vero.
(Pino Cosentino)