Stile politico – L’appello agli elettori dell’ex governatore
La cronaca politica locale è stata movimentata, anche se in misura ben più modesta rispetto a quella nazionale: dimissione dell’ennesimo ministro – vittoria ai punti di Diliberto nei confronto televisivo con Berlusconi – ancora un avviso di garanzia al Primo Ministro ed uno al segretario del CDU – per concludersi con una sceneggiata televisiva tra un Premier insofferente e bollito ed una giornalista incalzante e petulante.
Confronto confuso, segnato da reciproche intemperanze, ma utile per misurare il livello di servilismo raggiunto dall’untuoso conduttore nella trasmissione “Porta a porta”.
Ma nel nostro piccolo e provinciale localismo politico non possiamo lamentarci. Il Secolo XIX (10 marzo 2006) si sbizzarrisce sul totogoverno: “Pericu ministro e quattro sottosegretari liguri” con tanto di nomi e cognomi. L’ipotesi, rapportato al numero di elettori, fa pensare ad un governo dell’Unione di cinquanta ministri e duecento sottosegretari, il che non è esattamente quello che si aspettano gli italiani.
Dalla conferenza stampa dell’ex Biasotti apprendiamo che Scajola “E’ un politico mediocre che si circonda di yes men. Per colpa sua Forza Italia in Liguria è diventato un partito invotabile”. L’ex governatore lascia in sospeso altri interrogativi: “Solo perché e stato scaricato?”, “L’invotabilità è circoscritta alla sola Liguria?”, “In cosa si differenziano da F.I. gli altri partiti della CDL che pure non l’hanno voluto in lista?”.
Certo è preferibile lo stile Zara rispetto a quello di altri trombati, e in Liguria sono tanti, che non sanno nemmeno far buon viso a cattiva sorte, dimostrando il livello di “spirito di servizio” che li ha animati nella scorsa legislatura. Si rimane infine stupefatti per l’estemporanea candidatura di Berneschi a sindaco di Genova, avanzata dal protagonista dello “Scajola day” senza consultare gli organi del suo partito e gli alleati. Fortunatamente ha rimediato un immediato, cortese ma fermo rifiuto dal presidente della Carige, conscio dei suoi limiti. Al ministro non resta che candidare un fratello per il Comune e l’altro per la Provincia, non tanto per nepotismo quanto per il vuoto di idee e di uomini nella CDL ligure.
(Vittorio Flick)