Marginalità – Il cavaliere furibondo e lo slalom al buio

Che la nostra sia spesso un’umanità “pelosa”, in cui il gesto prende il posto d’una scelta reale e responsabile, così per la ricerca come per gli “aiuti umanitari”, lo dimostra la vicenda delle Paralimpiadi. I diversamente abili, così come vengono chiamati adesso gli handicappati, sono stati blanditi dalla TV nel giorno dell’apertura dei giochi, poi, su Torino e sui suoi nuovi protagonisti, è sceso il silenzio.


Spariti gli sponsor, soddisfatti dei “ritorni” economici e d’immagine (Affari e Finanza, 13 marzo), questi giochi sono stati relegati a cronache di pochi minuti nelle trasmissioni sportive e a qualche trafiletto sulle pagine dei giornali. D’altronde, oggi, tutti presi a guardarci l’ombelico come neonati, non possiamo far altro che prendere posizione pro o contro l’Annunziata e il Cavaliere, artefici d’un battibecco televisivo (andato in scena alle 14.30 di domenica), conclusosi al 17° minuto per abbandono del ring da parte dell’uomo politico.
Chi vince e chi perde? Si sprecheranno fiumi d’inchiostro e di parole su questa vicenda, fino all’incontro blindato fra i due candidati premier.
Nel frattempo? Nel frattempo a Torino una donna cieca (Silvia Parente) ha vinto il bronzo nella discesa libera “guidata” dalla voce del fidanzato (La Repubblica, 13 marzo, pagina 58).
Un prodigio, un evento eccezionale. Pensare di scendere da una montagna senza vedere dove metto i piedi, a me sembra un miracolo.
Ancora una volta siamo messi di fronte a due livelli di realtà: quella mediatica, tutta luccichii e finzioni, e quella reale, fatta di sofferenze, fatiche, conquiste e machiavelliche “liaison”.
Così, se davvero crediamo al valore dell’integrazione e della differenza, la notizia, oggi, non è se Lucia Annunziata ha difeso la mission del giornalista o se il Cavaliere ha perso smalto, la vera notizia è che, in barba alle parole, sempre più spesso ormai usate come vuoti contenitori, i “diversamente abili” continuano a rimanere ai margini e non assurgono al diritto di cronaca nemmeno quando vincono una medaglia di bronzo.
Ragion di Stato o società dell’emarginazione?
(Tania del Sordo)