8 Marzo – Da festeggiar c’è poco mie care amiche
Niente otto marzo. No ai locali che improvvisano spogliarelli di uomini. No alla libera uscita solo perché quel giorno ci autorizza a farlo. No alla mimosa. No ai dibattiti. A quel paese il ministero delle pari opportunità. Basta! La realtà nuda e cruda è che abbiamo perso. C’è qualcosa da festeggiare?
L’ipocrisia distillata con cura da giornali e istituzioni è che la donna va commemorata e ascoltata come fosse un’icona religiosa alla quale ci si rivolge in date comandate: feste e campagne elettorali. Messe laiche alle quali tutti, noi per prime, andiamo con le migliori intenzioni, senza scorgere il gran bidone che ci aspetta dietro l’angolo.
Trent’anni dopo gli anni Settanta cosa è rimasto di una parità che ci accordava gli stessi diritti degli uomini facendoci diventare parte di un’insieme in cui tutti eravamo meravigliosamente persone? E’ rimasto molto lavoro, per le fortunate che lo hanno, gestione della casa, bambini con asili e scuole al collasso e scambi di sguardi un po’ persi un po’disincantati che si chiedono come tutto questo sia accaduto. Siamo in un società dove anche il divorzio è diventato un lusso per pochi: “non ci sopportiamo più… ma sai due case costano troppo, con il nostro stipendio non possiamo permettercelo!”. E in molte non hanno l’idea di appartenenza che le farebbe combattere oggi per mantenere quel minimo garantito dal buon senso comune. La nostra storia è dietro le spalle. Il testimone è rotolato a terra. Con chi immaginare una società multietnica? Chi si può accogliere in un tessuto urbano così ostile e ipocrita, dove si intonacano facciate delle strade nobili senza guardare lo stato d elle case cento metri più giù?
Le prostitute dei vicoli che si tuffano a via della Maddalena, denunciate con dovizia di particolari in un’inchiesta sul Reppublica-Lavoro l’anno scorso, sono ancora lì, giovani, statuarie, gli occhi grandi, parlano fitto la loro lingua come se niente fosse. Senza dolore. Ferme agli anni Cinquanta della nostra storia. Sembrano non conoscerla. Come noi.
(Giulia Parodi)
cara giulia, forse sbaglio ma credo che mai come oggi la tanto agoniata parità sia un fatto certo. Non siete solo voi donne che in questi anni avete visto rallentare la vostra vita, si perchè dove calano i diritti si diradano le opportunità la vita in qualche modo si ferma ma siamo un po tutti noi cittadini. Tutti abbiamo perso quelle speranze con le quali si poteva pensare che una lotta avrebbe dato frutti un impegno un senso. Quindi se in realtà così non è più … tanto vale vederla in tv la vita ed il mondo. In questo si che ora siamo sullo stesso piano.