Piano inclinato?

A parte qualcuno che ha osservato che il progetto di Piano costava troppo (ma l’architetto ha fatto sapere che c’erano gruppi finanziari che già avevano offerto soldi), politici, imprenditori, categorie, gli stessi giornali si sono tutti prodotti in lodi sperticate. Ma è facile prevedere che il progetto non avrà vita facile e che chi è deciso a sostenerlo dovrebbe prendere in considerazione alcune domande che in molti si sono fatti in questi giorni.


1)E’ ragionevole affidare solo ad una agenzia, un organo tecnico sia pure emanazione di istanze rappresentative, il compito di guidare un processo così denso di scelte politiche? Prima dello scatenamento degli interessi privati o di gruppo, dell’inizio del gioco dei veti contrapposti, dell’emergere delle difficoltà dovute alla diversità dei tempi amministrativi dei vari enti che porterebbero alla inevitabile disintegrazione del progetto, non è venuto il momento di investire la cittadinanza della discussione proposta da Piano che poi è “la città che vorremmo”?
2)Entusiasmi a parte non è compito dei politici e dei partiti dire alla cittadinanza qual’è la loro opinione e quali atti ritengono necessari per dar vita ai processi richiesti dal progetto di Piano e, di riflesso, per smobilitare progetti attualmente operanti (v. intervento di Nacini a San Giorgio) che si muovono in senso esattamente opposto ad esso?
3)Non è opportuno dar forza alla discussione sul futuro della città legandola ad una serie di problemi che, presenti da tempo, continuano ad essere affrontati in una visione eccessivamente riduttiva? Tanto per fare un esempio: se la popolazione immigrata avrà un peso sempre più importante nell’economia della città – come già avviene per i servizi familiari, l’edilizia e altri settori – non sarà il caso di cominciare ad affrontare globalmente il problema dell’accoglienza? E i progettati raddoppi autostradali e ferroviari e della tangenziale impediscono forse che in tempi brevi la città si doti di un decente servizio pubblico di trasporto oggi ridotto ad un livello avvilente?
(Manlio Calegari)