Ricerche – Vite di strada senza storia

Donna, straniera, prostituta: se ne occupa Emanuela Abbatecola, docente di sociologia del lavoro presso l’ateneo genovese, in una ricerca patrocinata dalla Provincia (E. Abbatecola, Donne al margine. La prostituzione straniera a Genova, Genova 2005, Fratelli Frilli Editore, 204 pp.). Il lavoro si apre con un’introduzione generale (troppo), sulla storia del fenomeno sociale e più a monte dalla definizione dei generi maschile e femminile, che mira a ricostruire i motivi del successo della prostituzione nei secoli.


La ricostruzione dei racket genovesi della prostituzione coatta (nigeriano, albanese, rumeno), avviene attraverso l’intervista a “testimoni privilegiati (forze dell’ordine, educatori, operatori sociali), la raccolta diretta di testimonianze di donne uscite dall’esperienza della prostituzione, l’osservazione compiuta affiancando l’Unità di strada, (una delle strutture generate dall’applicazione dell’art. 18 della legge Turco-Napolitano, relativo alla tratta). Un paragrafo a parte tratta la prostituzione consensuale (le donne latinoamericane nei bassi del centro storico, il pendolarismo delle donne dell’est, le italiane).
Nella terza sezione vengono infine trattati i percorsi delle donne uscite dallo sfruttamento, il cui primo obiettivo è la riconquista di un’identità biografica negata. Il libro è chiaro e riesce a rendere un’idea del fenomeno e delle sue articolazioni; qualche pecca però, c’è. Ci si chiede infatti che senso abbia elogiare l’operato di Comune e Provincia nell’applicazione dell’art. 18 della Legge Turco Napolitano in una ricerca finanziata dalla Provincia stessa (p. 61-62).
Inoltre le testimonianze dirette delle ragazze coinvolte provengono quasi interamente da una ricerca milanese pubblicata nel 2001 (BOIARDO MONTORFANO, Vite di strada. La prostituzione nigeriana ed albanese, Abbiatebrasso, Milano 2001); prevalgono quindi nel nostro volume le note ed opinioni dei “testimoni privilegiati”, anche quando non brillano per acume (“Le famiglie nigeriane basta che vedono soldi. Testimone privilegiato, polizia”, p. 77): ne consegue talvolta l’impressione di guardare il fenomeno da fuori, quasi fosse una puntata di Discovery Channel che ci illustra con ricchezza di particolari (di che parlano, come reagiscono all’arrivo dell’unità di strada, la loro quotidianità) la vita della fauna notturna.
Quello che manca sono le storie di queste donne, che emergono, sì, ma a tratti e polverizzate, senza prendere concretezza: conoscere la storia di una persona, anche una soltanto, restituirebbe l’anima a questo esauriente saggio di sociologia.
(Eleana Marullo)