Qualcosa di nuovo – Parole per la citta’. Parliamone
Il 19 gennaio ha preso avvio il ciclo di incontri “Parole per la città”, promotori: Don Balletto, Alberto Beniscelli, Luca Borzani, Vittorio Coletti, Gerardo Cunico. Lo scopo è quello di aprire una riflessione sui principi del vivere comune (le parole scelte sono: cittadinanza, religione, giustizia, lavoro, etica) offrendo a chi ne abbia voglia una sede di discussione aperta, libera dalle banalizzazioni e dalle forzature strumentali del corrente confronto (?) politico.
L’esordio è un successo: la “sala Camino” di Palazzo Ducale non è grande abbastanza per accogliere tutti i partecipanti. Appunto per questo però mi interesserebbe moltissimo sapere chi erano i partecipanti, perché erano lì, cosa li lega oggi, cosa potrebbe legarli in futuro, quale processo di cambiamento potrebbe nascere per il fatto che quelle specifiche persone hanno deciso di intraprendere questo percorso di pensiero. La sala infatti era quasi totalmente popolata da ultracinquantenni lì convenuti, apparentemente, come individui separati, non collegati da un progetto comune a cui finalizzare questa esperienza di formazione.
La prima impressione è quindi quella di una intuizione importante che, almeno a questo suo primo esordio, è stata raccolta solo da persone più che mature mosse da una individuale esigenza di approfondimento, mentre non è riuscita ad arrivare alle persone giovani. E che è stata ampiamente trascurata dalla politica organizzata.
Il prof. Pietro Costa analizza i significati assunti nel tempo dalla parola cittadinanza e i suoi legami col concetto di appartenenza, col riconoscimento formale e l’effettiva possibilità di godimento di un sistema di diritti e doveri, con l’accesso alle risorse, col diritto dell’individuo ad essere riconosciuto ed essere, a propria volta, titolato a riconoscere gli altri.
Emergono così via via alcuni dei nodi cruciali della nostra realtà nazionale investita dal fenomeno delle migrazioni, dalla nascita di un soggetto sopranazionale come la Unione Europea, dalle crescenti differenziazioni interne alla comunità, dalla messa in discussione sempre più radicale di un sistema di regole comuni e condivise. Il dibattito apre la riflessione sulla valenza della richiesta di giustizia anche da parte di chi non si riconosce in una comunità, sulla deriva totalmente negativa del conflitto dove non vi sia almeno qualche punto di condivisione, sul legame tra cittadinanza, partecipazione e rappresentanza, su come sarà possibile esercitare la partecipazione e la rappresentanza a fronte del collasso del sistema dei partiti. Interrogativi importanti per la politica, che attendono politici che se ne occupino.
(Paola Pierantoni)