Elezioni – Ma tu sei felice? Vuol saperlo B.
L’informazione è di buona mano, proviene da un osservatore attento che a puntate, su Milano Finanza (e dove se no?), ci aggiorna sui progressivi destini culturali del premier Berlusconi. In una recente nota – riproduzione riservata – ci anticipa quello che potrà essere il tema conduttore della prossima campagna elettorale: la promessa della felicità, un enorme, interminabile spot per regalarci stavolta la gioia, il paradiso.
Non c’è proprio niente da ridere, anzi. La cosa è seria e non solo perché è statisticamente provata l’esistenza di una consistente quota di ingenui che abbocca sempre (vedi quanti credono alle varie Vanna Marchi), ma anche e soprattutto perché la nuova trovata prende le mosse da alcune approfondite ricerche culturali. Non è solo frutto dell’inventiva del premiato prestigiatore.
Forse avremmo dovuto capirlo già qualche mese che era stufo di cifre, tabelle, rilevazioni economiche: il Pil – disse – è un’invenzione e conta fino a un certo punto se cresce o diminuisce. Ciò che vale è la felicità (la pubblicità, veniva da dire): memore di un detto Kikuju divenuto titolo di un romanzo da lui letto mezzo secolo fa – ci informa il suo biografo – ha voluto aggiornare le sue conoscenze in materia e oggi sulla scrivania di Arcore troneggia il saggio breve di Rafael Di Tella (Harvard Business School) e Robert Mc Culloch (Imperial College) sulla “Felicità nazionale lorda”. Nel libro si analizzano ben 400.000 risposte raccolte nell’area Ocse, tra il ’77 e il ’79 (un po’ datate), sulle dinamiche che più contribuiscono al grado di felicità: aumenti di reddito della famiglia, aspettative di vita (non essere malati, né troppo vecchi, né perdere l’anima gemella).
Ma B. non si è fermato a queste poderose certezze. A illuminarlo è intervenuto il suo consigliere Renato Brunetta che gli ha riassunto i punti essenziali di un volume di successo negli USA e non ancora tradotto, “Le conseguenze morali della crescita economica”. Dal momento, gli ha suggerito, che la crescita economica è alla base della libertà, quindi della felicità, tocca al governo, a te, non solo al mercato promuoverla. C’è uno studio che va anche oltre, lasciando intendere che B. potrebbe proporre un secondo contratto con gli italiani. Stavolta basato sul principio di felicità, come sostengono Hans Gersbach e Verena Liessem dell’Università di Heildelberg, nel saggio “Contratti di soglia per la rielezione in politica”. Proprio perché secondo gli analisti le campagne per un secondo mandato sono ardue (ne siamo convinti), c’è chi ha dedicato al problema particolari studi, mettendo a punto un modello matematico (“Reputazione e retorica nelle elezioni”, pubblicato in settem bre nei working papers dell’Università di Pennsylvania a Filadelfia), per superare le difficoltà della rielezione. Di qui l’ordine del padrone della Casa delle libertà a Sandro Bondi (ex Pci) e Fabrizio Cicchito (P2) di mettere alla prova la loro duttilità culturale, coniugando gli algoritmi del recente studio con il nuovo credo, quello che allieterà i prossimi mesi. Probabile colonna sonora “L’inno alla gioia”; che Beethoven li perdoni.
(Camillo Arcuri)