Referendum – Vogliono scipparci la Costituzione
Qualcuno ha storto il naso e non poteva essere altrimenti. Siamo a Genova, nel santuario della legalità, il Palazzo di Giustizia. Ma la raccolta di firme per proporre il referendum abrogativo della riforma costituzionale, approvata da un mese, è comunque partita, grazie al Comitato per lo Stato di diritto. La raccolta soddisfa due esigenze: fornire un servizio pubblico, anche informativo, alla cittadinanza e dare il senso di emergenza democratica generato dalla modifica, in un sol colpo, di 53 articoli della nostra legge fondamentale.
Quale evento per un paese si può, infatti, immaginare più straordinario di una riforma che stravolge l’assetto sostanziale delle regole istituzionali e l’equilibrio del sistema con un voto di maggioranza (indifferente persino alla contrarietà di alcuni tra i suoi più autorevoli esponenti, come il sen. Fisichella e l’on. Tabacci), che smarrisce lo spirito di coesione sociale della Costituzione, a favore d’una logica di conflitto e contrapposizione, che, ciò malgrado, sopravvive sulle prime pagine solo per un giorno, che viene dibattuto soltanto per l’aspetto relativo alla devolution, nell’oblio relativo agli altri gravi guasti che la riforma provocherà? L’interrogativo è retorico, ma la grandezza dell’evento giustifica la retorica, oltre che la fermezza nella difesa dei valori fondanti di questo paese.
Perciò gli avvocati, i magistrati, i cancellieri del Comitato per lo Stato di diritto, grazie anche alla disponibilità di alcuni notai in funzione di certificatori, hanno allestito nell’atrio del Palazzo di Giustizia il banco per raccogliere le firme di presentazione del referendum. Fino a metà febbraio, sarà presente ogni settimana, dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 12.
E’ un’iniziativa unica, come unico è il momento che il paese sta affrontando. I tanti cittadini (quasi mille), finora venuti a firmare, non hanno colorazione politica: abbiamo visto numerosi professionisti, molti dipendenti del Palazzo e diverse persone partite apposta da Nervi o Voltri per dire “NO” a questa riforma. Sarà forse per ciò che ora nessuno più storce il naso.
(Marcello Basilico, magistrato)