Parcheggi/2– Problema o soluzione il trasporto pubblico?
Il mio atteggiamento verso i parcheggi in città discende da queste constatazioni.
1. Le nostre città possiedono un assetto viario/edilizio antecedente alla diffusione dell’automobile. Gli spazi stradali sono dimensionati su una mobilità “lenta”, prevalentemente pedonale (il trasporto di persone e oggetti era basato sul traino animale). Nel lento processo di formazione delle città non è stato mai necessario prevedere spazi per la sosta dei veicoli, giacché questi erano ospitati all’interno delle case o nelle stalle destinate al ricovero degli animali da traino. Ne consegue che è sbagliato prevedere oggi la sosta sulla sede viaria (pubblica) di un gran numero di veicoli (privati). Per questo motivo l’intera città è penalizzata nelle sua missione primaria (facilitare il rapporto fra le persone).
2. Per liberare le strade (pubbliche) dai veicoli (privati) in sosta che le ostruiscono non resta che realizzare parcheggi in tutti gli interstizi offerti dalla disponibilità del tessuto urbano, ad esclusione delle superfici pubbliche. Dunque un posto-auto per alloggio, come del resto prevede una legge che nel nostro Paese è in vigore dal 1971, integrata poi nel 1991 che, fino a 500 metri di distanza, lo considera una pertinenza dell’alloggio.
3. Per facilitare la mobilità delle persone in ambiente urbano esiste, da più di un secolo e mezzo, il trasporto pubblico. Esso si avvale di una flotta di mezzi di locomozione, tutti caratterizzati da una grande capacità di trasporto. I problemi incontrati nella realizzazione di sistemi di trasporto pubblico non sono mai stati di tipo tecnologico, ma solo di tipo gestionale, segnatamente sul versante dell’economia.
Ne consegue che è sbagliato costruire grandi parcheggi pubblici in aree centrali, poiché essi attirano un gran numero di auto proprio nelle zone in cui c’é meno spazio per circolare. Quando questi parcheggi sono saturi, le auto in attesa di entrarvi formano code che si intrecciano nei cicli semaforici dei brevi tratti stradali che si intersecano nelle loro prossimità. In breve si genera la paralisi del traffico su ampie zone centrali della viabilità, con relativa perdita di tempo e aggravio dell’inquinamento.
Mi chiedo per quale motivo (non certo funzionale) i nostri decisori rifiutino con ostinazione la realizzazione di parcheggi pubblici esterni al centro urbano, dai quali gli utenti possano poi raggiungere le loro destinazioni con mezzi pubblici. Implicita, in questa domanda, la colpevole disattenzione verso il trasporto pubblico, considerato un problema anziché la soluzione.
(Rinaldo Luccardini)