Carige e dintorni – Sul multipresidente centrosinistra tace
Com’è difficile farsi una idea anche solo di massima su quanto è stato scritto in queste ultime settimane a proposito di Vincenzo Lorenzelli, il presidente della Fondazione Carige (il 43% di Carige!). Lorenzelli, insieme ad una infinità di altre cariche, ha anche quella di rettore dell’università Campus biomedico di Roma. Il Campus, che si ispira agli insegnamenti del fondatore dell’Opus Dei, San Josemaría Escrivà de Balaguer, amico e consigliere del dittatore fascista Francisco Franco, proclamato santo a ottobre 2002, esiste da 12 anni. L’Opus Dei, fondata nel 1928 a Madrid da monsignor Escrivà ed assurta a prelatura personale (vale a dire che risponde esclusivamente al papa) nel 1982, rappresenta la più potente multinazionale dell’educazione religiosa e fattura – secondo stime della stampa cattolica dissidente – non meno di 30 milioni di dollari al mese.
Tra i business core dell’Opus c’è la Fondazione Rui (Residenze Universitarie Internazionali, con ramificazioni imprenditoriali nei cinque continenti), che in Italia possiede dodici collegi universitari di cui due a Genova. Vincenzo Lorenzelli, rettore del Campus biomedico è anche presidente della Fondazione Rui. Di lui si parlò anche a livello parlamentare. Il deputato Aleandro Longhi presentò varie interrogazioni (anni 2003 e 2004). Com’era possibile, chiedeva Longhi, che Lorenzelli che all’interno della Carige rivestiva già la carica, di presidente della Fondazione Carige fosse anche presidente della Carige Nuova Vita spa? Il ministro Tremonti non ha mai risposto.
La Carige dal canto suo aveva fatto capire in quale conto tenesse simili osservazioni dando allo stesso Lorenzelli altre due presidenze nelle società strumentali della stessa Carige – Arte e Cultura Srl (1° luglio 2003) e Opere sociali Srl (6 ottobre 2003) – titolari di fondi che avrebbero dovuto essere di competenza della Fondazione ma che in tal modo venivano posti sotto il controllo del consiglio di amministrazione della banca (Berneschi e C.). Il fatto provocava, il 19 ottobre 2004, una denuncia pubblica da parte di quattro consiglieri della Fondazione (rappresentanti del Comune e della Provincia) seguita dalle loro dimissioni e una certa eco sulla stampa. Si trattava solo di aspettare la formazione della nuova maggioranza in Regione, aveva commentato qualcuno, e le cose sarebbero cambiate.
Infatti! Il 31 agosto 2005 i quotidiani locali annunciavano la futura nomina di Lorenzelli a commissario straordinario dell’ospedale Gaslini. Era il cardinale, Bertone in persona, a fare il suo nome. Puntuale la conferma: il 2 settembre “Lorenzelli non lascia, anzi raddoppia”. In verità avrebbero dovuto usare ben altro multiplo. E gli “altri”, il centro sinistra? In fondo il Gaslini è anche roba che gli compete. Sei settembre 2005: “Gaslini, la Regione (cioè Montaldo) a Bertone: Lorenzelli? Parliamone”. Chissà poi se Montaldo e il cardinale si sono parlati davvero. I cittadini comunque non ne hanno saputo nulla. Il 25 ottobre su Repubblica-Lavoro l’articolo di Minella che illustrava il programma 2006 della Fondazione non faceva cenno a polemiche. I quattro consiglieri dimissionari sono rimasti definitivamente a casa; Provincia, Comune e Fondazione hanno stipulato un protocollo d’intesa (quotidiani del 15 novembre 2005): le polemiche degli scorsi mesi sono finite, da ora in avanti tutti d’accordo.
D’accordo su cosa? A gennaio 2006 Lorenzelli scadrà da presidente della Fondazione. Succederà a se stesso? Avremo un altro candidato dell’Opus Dei? Chi sarà a decidere: Bertone? Berneschi? Benedetto XVI? Cosa pensano gli amministratori del centro sinistra?
Manlio Calegari