Stato Laico/2 – Ancora e sempre in salita la storia delle donne

“Stringiamo le schede come biglietti d’amore”. E’ il 1946. Lo scrive Anna Garofalo a sua volta citata nel volume “Il novecento delle italiane – Una storia da raccontare” Editori Riuniti. Un libro che consegna, a chi vuole serbarla, la memoria delle donne di un secolo intero.


Anno per anno la storia ufficiale è affiancata dagli eventi che hanno scandito la vita di donne note e meno note, con relative resistenze collettive e private a seconda degli eventi che offriva la storia. Alcuni tendono a non distinguere più, a vedere nella lettura al femminile del passato uno snobismo di genere, senza capire che veramente è stata tutta un’altra storia.
Dal diritto al voto, alla discriminazione sul lavoro, dalla scolarizzazione, al divorzio. Fino all’aborto. Sempre si è trattato di una strada in salita percorsa da nonne e mamme che ci tenevano in braccio. Alle più lucide di loro il merito di averci educato a pensare agli altri come persone, insieme al regalo di un futuro ricco di conquiste acquisite. Acquisite. Scontate. Date per certe.
Più fiduciose, riflessive e un po’ meno uterine ci ritroviamo oggi, inaspettatamente, con un argine che qualcuno sta rompendo e un’onda di piena che forse non farà troppi danni, ma solo se controllata con attenzione. Da tutti. Il governo in carica in questi anni ci ha abituato al peggio ma adesso c’è chi vorrebbe farci toccare il fondo. E non sempre è seduto in parlamento. Quelle schede devono tornare ad essere biglietti d’amore. Amore, necessariamente corrisposto.
(Giulia Parodi)