Legge-truffa – Come prendere più voti e perdere le elezioni
Le notizie circolate finora sulla legge elettorale che la destra ci sta preparando hanno destato preoccupazione, ma forse non abbastanza. Se non ci siamo resi conto in pieno della portata davvero devastante di quest’ultimo raggiro, può dipendere dalla sordina dei mezzi di informazione o dalla distrazione generale; fatto sta che sembra giunto il momento di prestare maggiore attenzione. Tanto per cominciare -come ha ricordato qualche sera fa in Albaro Stefano Zara, primo deputato di centrosinistra eletto in quel quartiere un tempo conservatore- va tenuto presente che dal 1948 tutte le leggi elettorali della storia repubblicana sono state approvate all’unanimità, come dire sulle regole del gioco democratico non si bara.
Stavolta invece lo strappo è stato brutale anche nella forma e consumato con la complicità dello stesso presidente della Camera (aspirante inquilino del Quirinale), Ferdinando Casini. Sì perché i termini per presentare emendamenti ai progetti di legge in materia erano già scaduti da tempo, quando l’8 settembre, data sempre fatidica, lui li ha inopinatamente riaperti su sollecitazione precisa. Era successo che in luglio l’ufficio studi della stessa Camera aveva fatto proiezioni sgradite al padrone della Cdl: con il sistema in vigore o quello proposto, l’Unione avrebbe ottenuto cento seggi in più. In agosto gli esperti del cavaliere si sono messi al lavoro e alla fine delle ferie, il caso è stato riaperto, non importa se fuori tempo massimo. Così il 13 ottobre, senza dibattito, a colpi di maggioranza, i deputati davano un primo sì alla nuova legge-truffa.
Una simile definizione non sembri eccessiva visti i risultati che ottiene: alla Camera, in base alle ultime politiche, Unione 277, Cdl 340; invece coi risultati delle europee o delle regionali Unione 340, Cdl 277; ma per via di una serie di artifizi e raggiri (*) il centrosinistra perde lo stesso. A penalizzarlo nei seggi ci pensa il meccanismo del proporzionale puro a liste bloccate, con sbarramento al 2% per i partiti coalizzati, al 4% per le singole liste e al 10% per le coalizioni, percentuali sotto le quali non si ha diritto ad alcun seggio. Peggio ancora al Senato dove dal cilindro degli illusionisti salta fuori il cosiddetto “premio di minoranza”, per cui la lista che raccoglie più voti in un collegio (magari solo il 23%), sale al 51% grazie al premio: una lotteria capace di falsare davvero il voto popolare. E di sortire qualsiasi effetto, meno quello annunciato di “assicurare la governabilità del paese”. A meno che per “governabilità” s’intenda solo la loro, quell a dei furbi.
(Camillo Arcuri)
*Per saperne di più vai a www.olinews.it/mt/publish/legge.pps (video satirico ma istruttivo disponibile su Internet)