Informazione/1. A Genova la stampa elemento di turbativa
Due episodi di questa settimana.
La leggenda dei “trecento kamikaze ceceni telecomandati”, che ogni telegiornale italiano di domenica 20 giugno annunciava in apertura e che ogni giornale di lunedì pubblicava in prima pagina con caratteri cubitali, è stata smontata perché priva di fondamento da Adriano Sofri in un articolo apparso su “la Repubblica” del giorno successivo.
A Genova, il procuratore generale Domenico Porcelli ha deciso che al processo a carico di 29 funzionari, dirigenti e agenti di PS, accusati di essere responsabili dell’assalto alla scuola Diaz durante i giorni del G8, non potranno entrare né telecamere né macchine fotografiche. “Spiace che la stampa venga sempre vista come elemento negativo di turbativa dell’ordine pubblico”, scrivono in un comunicato le sezioni liguri dell’Ordine dei giornalisti e dell’associazione della stampa.
Due episodi con significato diverso. Uno riguarda la libera diffusione di notizie false, l’altro un limite alla libertà di informazione.
Dall’11 settembre 2001, da quando il mondo è ufficialmente in guerra, la minaccia alla libertà e all’indipendenza dei media a livello mondiale si è rapidamente diffusa e moltiplicata.