Immigrati – Problema o risorsa a prezzo irrisorio?

Per chi volesse approfondire la realtà multietnica che trasforma quotidianamente il volto di Genova e dei suoi attori sociali, esiste fortunatamente qualche strumento più approfondito rispetto alle analisi sociologiche su latinos e gang, tagliate con l’accetta, del Secolo XIX (20 e 26 Ottobre 2005).


I latinoamericani a Genova è una monografia pubblicata alla fine dello scorso anno a cura di Salvatore Vento (I latinoamericani a Genova, De Ferrari, Genova, 308 pp, 16 €) che, come dichiara l’introduzione di G. Carlini, si qualifica non “come una mappa dei latinoamericani nella nostra città”, bensì come “una mappa della nostra città che tenesse conto dei nuovi cittadini in questo caso di origine sudamericana.”(ibid. p. 9). Si parte con un’analisi della realtà occupazionale e produttiva genovese (Vento): forse non è realtà nota come a livello europeo l’Italia usufruisca della percentuale più bassa di aiuti pubblici nell’assistenza di anziani a domicilio: r isulta quindi evidente come l’indebolimento del welfare sia connesso alla possibilità di lavoro per le migranti latinoamericane.
E proprio alla figura centrale della donna migrante, presenza preponderante nella realtà genovese, è dedicato il saggio della Esparragoza: ad essa è riconosciuta l’iniziativa della partenza, la costruzione di una rete di accoglienza per i familiari, il collegamento tra la propria comunità e i residenti. L’analisi passa alla situazione economica dei paesi latinoamericani dai quali è partito il flusso migratorio(Taboada); così mentre è opinione comune che la migrazione sia stato l’esito della crisi economica, spesso sfugge come sia proprio il debito estero ad ulcerare una situazione finanziaria e politica precaria e come per porre un limite ad esso spesso si sia ricorso a tagli massicci ai servizi sociali, facendo precipitare la qualità della vita.
Silvia Danovaro si interroga sulle “culture” latinoamericane, molteplici e sfaccettate da fenomeni di contaminazione culturale, ma spesso appiattite in una visione caratterizzante ed autocaratterizzante, strumentalizzata sia dagli autoctoni che dagli immigrati. Nei percorsi di ricerca di un’identità persa nel processo migratorio rientra anche la pratica religiosa (Molle), la quale “permette…di riconoscersi in una “comunità di fede”… rendendo più saldo, o creando ex-novo, un legame sociale con altre persone nella stessa condizione di difficoltà” (ibid. p. 195).
Questi sono solo alcuni dei saggi di un libro che vale la pena leggere, perchè testimone della realtà che tutti condividiamo, ma di cui è difficile intuire forma e direzione, vivendola.
(Eleana Marullo)