Senza pudore – Il monopolio televisivo? Ma non serve a niente

Mercoledì 19 ottobre, nel teatrino politico quotidiano di Giuliano Ferrara, s’è consumato l’ennesimo misfatto mediatico contro la verità e la decenza, con la complicità della solita Ritanna Armeni (una presenza puramente decorativa) e in minore misura anche dell’ex direttore del Manifesto Gabriele Polo. Come sempre, il trucco di Ferrara consiste nel far passare la sua versione dei fatti sotto l’apparenza della più spregiudicata discussione tra persone che la sanno lunga e a cui ripugna la banalità delle affermazione semplici e chiare.


Col pretesto di discutere della polemica preventiva attorno alla trasmissione di Celentano e alla preannunciata ricomparsa di Santoro in TV nell’ambito della prima puntata, Ferrara ha fatto la sua ricostruzione dell’epurazione televisiva passata alla storia come “editto di Sofia”, quasi si trattasse di una marachella di Berlusconi, del resto ampiamente giustificata dal trattamento cui era stato sottoposto in campagna elettorale da Santoro, Biagi, Luttazzi e Travaglio. Poi ha menzionato il “conflitto di interessi” – che le persone sensate in Italia e all’estero considerano lo scandalo capitale della nostra democrazia – come fosse un’inezia, sempre con l’aria di dire: quanto ci avete stufati con questa storia! Infine ha sostenuto, senza che nessuno battesse ciglio (ci ha appena provato Polo, ma senza insistere), che in sostanza tutto questo monopolio televisivo del capo del governo non ha avuto effetti, come dimostra il fatto che le televisioni sono praticamente tutte contro di lui: avallando con ciò, dall’alto della sua conclamata “intelligenza” e alla presenza di autorevoli testimoni (compreso l’esperto di linguaggi mediatici di turno) la spudorata balla che il capo della destra italiana ama raccontare.
Come al solito, la sfrontatezza paga: nessuno che sia stato capace di chiamare in causa qualche piccolo fatto (il controllo ferreo dei telegiornali chiave, il monopolio del dibattito politico quotidiano da parte di un tale come Vespa e altre simili quisquilie) per far rilevare l’enormità di quanto Ferrara stava dicendo. Si è invece tornati sull’argomento (questo sì intelligente!) che la TV non è tutto nella formazione dell’opinione pubblica, e che le vittorie del centro-sinistra in varie tornate elettorali dimostrano anzi che può prevalere chi non le controlla.
Anche in questo caso, a nessuno è venuto in mente di argomentare che manca la controprova di cosa sarebbe successo nel caso fossero mancati a Berlusconi in questi quattro anni i potenti ammortizzatori dei suoi misfatti e i potenti amplificatori delle sue deduttive scemenze di cui ha invece disposto; in altri termini se non sarebbe andato a gambe all’aria prima. Ma si sa, le persone esperte e intelligenti non si abbassano a simili futilità. Così alla fine si sono alzati tutti contenti e soddisfatti del solito piattino avvelenato che il conduttore aveva preparato per loro e per noi. Consistente nell’assoluzione piena del berlusconismo e nell’ennesima condanna di Santoro: colpevole di abbandono del Parlamento europeo per la smania di ricomparire in TV.
(Antonio Gibelli)