Istituzioni – Se il Ministro sottopone una legge al Vaticano
Tra le notizie interessanti della settimana, passate nella più grossolana disattenzione di media e osservatori, merita una citazione la visita di Roberto Maroni, ministro del cosiddetto welfare, a Camillo Ruini, presidente della Conferenza episcopale.
Il politico leghista è andato in Vaticano non in forma privata, magari con signora in velo nero, ma come componente del governo italiano, per sottoporre a un esponente del governo della Chiesa, alcuni punti della Finanziaria, cioè di una legge che, per quanto discutibile, è materia dello Stato, non della Padania.
Durante l’inusuale incontro, definito “molto cordiale” da fonti ufficiali, il ministro ha illustrato le linee della politica governativa per la famiglia, cercando evidentemente un assenso e una benedizione da parte di un cardinale influentissimo negli affari di casa nostra. E come si usa in questi casi il visitatore non ha mancato di porgere i consueti doni: sotto forma degli sconti Ici che potrebbero rientrare nella legge finanziaria per gli immobili della Chiesa.
Ora, non è inutile ricordare come un fatto del genere sarebbe inimmaginabile in qualsiasi altro paese europeo: se Chirac autorizzasse un passo del genere presso la Nunziatura di Parigi verrebbe cacciato all’istante dall’Eliseo. Eppure la Francia non è un paese meno cattolico del nostro; solo che, dopo la rivoluzione del ’79, la laicità dello Stato è un principio indiscutibile. Come lo è ormai anche in Spagna.
Qui non si tratta di rinfocolare vecchie quanto anacronistiche polemiche anticlericali, ma di richiamarsi almeno a un teorico principio di reciprocità: che cosa accadrebbe se il nostro governo, per esempio, facesse un passo ufficiale in Vaticano per sollecitare che i divorziati possano essere riammessi alla comunione? (Ne abbiamo molti, anche importanti, e certi soffrono di esserne esclusi, come invece è stato nuovamente ribadito dal Sinodo.) Diciamolo chiaro, questi pellegrinaggi oltre Tevere non esprimono neanche una forma di sudditanza dettata dalla fede; sono semplicemente manovre di squallido opportunismo politico, in vista di scadenze che si annunciano fatali per la destra al potere. Di qui ad aprile assisteremo a un festival di numeri d’alta o bassa scuola da stupire. Ma per il perbenismo dei media non ci sarà niente di strano, tutto normale.
(Camillo Arcuri)