Acquasola – I corvi non aiutano a salvare il verde
Le leggende metropolitane non sempre lasciano trasparire realtà nascoste; qualche volta riecheggiano piuttosto il gracchiar dei corvi, quelli per intenderci del famoso racconto sulla vita di un villaggio sconvolta dalle lettere anonime.
Lo diciamo perché a proposito dell’Acquasola da tempo circola una “favola” -così la definivamo nel registrarla a nostra volta- secondo cui il contestato parking sarebbe favorito anche da interessi personali: addirittura della moglie di un assessore, socia di Genova-parcheggi. La storiella, chiaramente inventata, non foss’altro perché la società dei parcheggi è interamente pubblica, senz’ombra di soci privati, prima ha fatto sorridere (amaro) e poi incuriosito l’assessore al traffico Arcangelo Merella, il quale cercando di capire l’origine di tale voce ha saputo -se non si tratta di un’ennesima fola- che a propalarla sarebbe un vigile. Nientemeno.
Corvi a parte, Merella si dice convinto della validità del progetto, dal momento che il parcheggio di Piccapietra dovrà servire soprattutto i residenti, mentre quello dell’Acquasola, stante la sua posizione baricentrica, verrà utilizzato per le soste a rotazione. Ma non rischia di saltare uno dei pochi polmoni verdi del centro urbano? Il pericolo a suo avviso non è questo ma un altro: “Parchi e aiuole stanno andando in malora perché non abbiamo più un euro per la manutenzione. Ci hanno tolto l’equivalente di cento miliardi di lire e c’è voluta tutta in questo bilancio a stanziarne cinque, di miliardi, per rimettere a posto i marciapiedi. Per la manutenzione del verde niente”. D’accordo, ma non sembra una buona ragione per compromettere quello superstite.
(Camillo Arcuri)