Nomine. E’ bravo, censurò Biagi e Montanelli

Maurizio Beretta, ex direttore del TG1, è stato nominato direttore generale di Confindustria: una notizia che non smuove più di tanto chi non è appassionato alle vicende interne della razza padrona, come si diceva polemicamente un tempo, o di lor signori, come preferiva appellarli Fortebraccio. E invece può essere interessante riprenderla, soprattutto per ricordare quanto i giornali hanno puntualmente ignorato sul “giornalista promosso all’importante incarico”.


Chi sia Beretta, che cosa abbia lasciato, negli annali della Rai Tv, la sua direzione del telegiornale più seguito, lo ha raccontato puntualmente Marco Travaglio, il 23 giugno da Feltrinelli a Genova, presentando il suo bel libro, “Montanelli e il cavaliere” (edizioni Garzanti, 490 pagine, euro 14,50). Di quel giornalista in carriera e della sua non proprio illuminata gestione resta memorabile soprattutto una censura: un’intervista di Enzo Biagi a Indro Montanelli tagliata in due passi cruciali. Il primo si riferiva alla previsione di Indro sul tipo di regime berlusconiano in arrivo: “Son convinto che governerà senza quadrate legioni, con molta corruzione”, frase virgolettata sparita; il secondo punto riguarda la domanda: “Hai detto che voterai centro-sinistra, perché?”, e la risposta netta di Montanelli: “Questo centro-sinistra è pieno di magagne e io l’ho scritto e non perdo occasione per scriverlo, è un’armata Brancaleone, si decompone a ogni svolta di strada, è balbuziente come me: quindi, per carità, è pieno di difetti, però non fa paura, mentre questa destra mi fa paura”. Domanda e risposta non consentite in un paese semilibero, quindi cancellate dalla versione andata in onda.
Ai teleutenti non far sapere…
(Camillo Arcuri)