Violenza – Anche il bla-bla uccide il calcio
Sicuro che la violenza negli stadi uccide il calcio, notizia dopo notizia, con la paura di andare a vedere la partita di pallone. Ma che dire del bla-bla che sta ammazzando, una domenica sportiva dopo l’altra, anche il calcio in tv?
Chi, come il sottoscritto, ha l’abitudine di non frequentare le reti Mediaset per ragioni che sarebbe lungo spiegare, la domenica ha perduto 90° minuto (ceduto dalla subalterna Rai alla concorrenza) e deve aspettare le 22,30 per “vedere” finalmente le immagini dello sport che ancora lo appassiona. Invece gli tocca sorbirsi le esibizioni di tutti gli “opinionisti” da video, più soubrette varie, che con le loro tiritere e gli intermezzi pubblicitari continuano a rinviare la messa in onda dei gol.
Domenica scorsa era quasi mezzanotte (certo, la parte iniziale del programma era stata occupata dal razzo contro una signora ad Ascoli) ma di filmati si erano solo visti gli strattoni del signor (si fa per dire) Cellino, presidente del Cagliari, a un suo giocatore (scena replicata almeno otto volte), e i faccioni di Materazzi e Veron che polemizzavano con l’assente Adriano per il suo tardato rientro dal Brasile. Beghe di cui magari si polemizzerà domani in qualche bar sport; ma che effettivamente non sono al centro dell’interesse per il pubblico del calcio. Quello, forse ingenuo, che vuole ammirare il gesto atletico, la classe, lo stile, il coraggio del giocatore, come canta Vecchioni (mi pare).
Niente: secondo le alchimie mass-mediologiche dei vertici, o probabilmente la sciatteria diffusa, questo pubblico va punito, tenuto sulla corda, a guinzaglio, come il cane invitato a saltare sempre più in alto per afferrare il boccone… Ma quanti, esausti, saranno andati a dormire un quarto a mezzanotte, rinunciando a vedere le sintesi delle partite, cioè la ragione per cui si erano messi davanti al televisore? L’Auditel non ce lo dice o se lo dice non ce lo comunicano. Ma -e qui ci scappa un’osservazione tecnica- non si può dimenticare che lo scatolotto tv è fatto per fornirci un’informazione a base di immagini, movimento, azione, insomma tutto ciò che non può darci il vecchio giornale, chiamato giustamente a sopperire con il commento scritto, spesso più attento, qualche volta perfino divertente. Se però, per deformazione da talk-show, la tv trasforma il calcio in avanspettacolo, tradisce la natura stessa del suo servizio.
(Camillo Arcuri)