Ist e dintorni. Gli eccezionali poteri del Commissario a vita
Compare sul Secolo del 15/9 un articolo di “dichiarazione di guerra” di Mauri alla Regione Liguria, ed in particolare all’Assessore alla Sanità. E non solo: alla Giunta attuale. Il tema: Mauri ha nominato un nuovo primario all’IST, in una disciplina di cui, a Genova, nessuno sentiva bisogno: chirurgia toracica.
Contro il parere di Montaldo e – se non bastasse – anche di quello del suo predecessore, Levaggi.
Il dott. Mauri è commissario dell’IST. Commissario vuol dire capo unico di un ente, che dovrebbe avere un consiglio di amministrazione (del tipo: tre li nomina la Regione, tre il ministero della sanità, uno il sindaco), che a sua volta dovrebbe “esprimere dal suo interno” il Presidente e che dovrebbe poi nominare i Direttori (Generale, Amministrativo e Sanitario) e – importantissimo in un istituto scientifico– proporre il nome del Direttore Scientifico, che solo dopo un iter di approvazioni e no-contest, diventerà effettivo grazie alla nomina ministeriale.
In un ente commissariato, il Commissario, nominato anch’esso dal ministro della Sanità, sostituisce Presidente, Consiglio di Amministrazione e Direttore Generale. E’ in pratica un “faso-tuto-mi”, che dovrebbe stare in carica lo stretto tempo necessario a chi di dovere per effettuare le nomine istituzionali e garantire gli atti “contingibili ed urgenti”, necessari cioè a mandar avanti la baracca per quel poco tempo che serve.
E’ dunque una figura assolutamente atipica cui è conferito un potere enorme, anche in ragione del breve tempo di occupazione della sedia. Tanto breve, che non è neppur previsto un “rapporto esclusivo”, perché sarebbe illogico che uno dovesse lasciare le sue attività per un incarico che oggi c’è e domani non c’è più.
Ma siamo in Italia. E da oltre un quadriennio Mauri perdura nel ruolo di commissario. Dopo spettacolari licenziamenti di primari, dopo una “promozione al ribasso”, che ha messo in fuga o in pensione diversi buoni medici (per tutti: l’endoscopista Saccomanno, andato al Villa Scassi, Mereu, fuggito a Pietra Ligure, e Gottlieb, che ha portato in pensione un’umanissima terapia del dolore) e dopo il licenziamento in tronco del direttore scientifico Luzzatto, che ha fatto il giro del mondo, questo Commissario nominato dalla sinistra (Veronesi e Labate ne sanno qualcosa?), confermato dalla destra (Berlusconi – Sirchia), col successivo placet di Storace, Mauri si è manifestato nella trasmissione “W la ricerca” su Rai 3 dello scorso 21 giugno.
A Riccardo Iacona, il conduttore, che dopo aver ascoltato le ragioni di Luzzatto, andava a chiedere a Mauri le sue ragioni sul caso, lo stesso Mauri forniva orgogliosamente il suo profilo: consulente della Regione Lombardia per le questioni ospedaliere, presidente della Fondazione Humanitas, titolare o comproprietario o consulente di un’impresa che progetta e costruisce ospedali.
– E all’IST di Genova che ci fà?
– All’Istituto Scientifico dei Tumori di Genova sono Commissario.
– E proprio lei ha licenziato uno scienziato del livello di Luzzatto, che non sarà un simpaticone, ma il cui livello di genetista è quasi da Nobel, solo perché si passava una giornata ogni due mesi allo Sloan Kettering Center, lei che ha quattro incarichi contemporanei?
– All’IST sono Commissario e la legge non prevede il rapporto esclusivo.
Vero, verissimo.
Ora, però, qualcuno potrebbe domandarsi come mai all’IST non ci si sia mai interessati di acquisire la PET, la tomografia ad emissione di positroni, che qualsiasi istituzione scientifico-sanitaria vorrebbe avere. Come mai, dal dì che Levaggi voleva piazzarcene una – anche per avere un “fiore all’occhiello” di cui menar vanto sotto elezioni – furono fatte resistenze proprio da Mauri, che costringeva un medico nucleare troppo insistente ad andare ancora una volta fuori dall’IST ed i pazienti ad andare fuori regione per poterla effettuare…. Andare dove?
(m.c. e o.i.)