Lavoro. Tanti piccoli inventori ti chiamano al telefono

Il gruppo Call & Call fornisce “servizi in outsourcing di call e contact center, customer service, indagini di mercato e telemarketing”. A Genova dà lavoro a duecento persone, a livello nazionale a 750.
Cosa fanno in concreto i lavoratori della Call & Call? Beh, aspettano che un sistema che compone in modo automatico i numeri di telefono di noi cittadini gli invii in cuffia la comunicazione con quelli trovati liberi, e quando questo avviene cercano di venderci servizi telefonici e altri prodotti.


Ogni telefonata viene preceduta da un allegro “Din Din” che si ripete nelle orecchie degli operatori un centinaio di volte al giorno. Durata media delle telefonate, uno, due minuti. Se l’operatore tende a dilungarsi troppo ed ha anche una bassa “retemption” (cioè non conclude abbastanza contratti) viene prontamente richiamato: “Scusa, ma perché hai fatto queste telefonate così lunghe?” Le telefonate infatti sono tutte registrate e controllate. Solo quando qualche pesciolino cade nella rete la telefonata può essere prolungata, per concludere il contratto.
Bene, si dirà, una moderna forma di taylorismo, certo più immateriale di un tempo, ma, se vogliamo, niente di nuovo sotto il sole…
Di nuovo c’è che per l’ottanta per cento non si tratta di lavoratori dipendenti, ma di “lavoratori a progetto”, cioè di quelli che il D.Lgs. 276/03, attuativo della “Legge Biagi”, identifica come persone che realizzano e gestiscono “autonomamente in funzione del risultato… e indipendentemente dal tempo impiegato per l’esecuzione della attività lavorativa” i progetti indicati dal committente. Tanto autonomamente che la legge si è preoccupata di tutelarne la creatività stabilendo che “… Il lavoratore a progetto ha diritto di essere riconosciuto autore della invenzione fatta nello svolgimento del rapporto…”
A quel che pare quindi “progetto” è la parola chiave. Progetto, dice il Devoto e Oli vuole dire “ideazione per lo più accompagnata da uno studio relativo alle possibilità di attuazione o di esecuzione”. Ma cosa diavolo progettano gli operatori della Call & Call? Parlando con qualcuno di loro risulta chiaro che il famoso “progetto” si riduce ad una cosa essenziale: riuscire a non andare sotto il numero di vendite atteso dalla azienda, altrimenti, alla scadenza, addio contratto.
Sul sito della Call & Call si legge che …”Il Gruppo CALL & CALL arriverà nel 2008, attraverso il programma di stabilizzazione concordato, a occupare a tempo indeterminato almeno il 60% delle risorse del contact center” e che ”per tutti i collaboratori a progetto CALL & CALL versa un contributo annuale (in grassetto nel testo), fornendo assistenza sanitaria integrativa per malattia e gravidanza: i collaboratori vengono in questo modo avvicinati come trattamento a quello dei lavoratori dipendenti”.
Traduzione: siamo perfettamente consapevoli che è tutto un inganno, non c’è nessun progetto, nessuna autonomia, solo sfruttamento di persone che non hanno alternative. Però siamo meno peggio di altri e abbiamo accondisceso ad una lenta normalizzazione.
Accordo di stabilizzazione firmato nel 2003 per un obiettivo da raggiungere nel 2008. Niente male. Alle galline ovaiole è andata peggio.
(Paola Pierantoni)