Lavoro. Ma le donne no. Non piacciono

Festa dell’Unità di Genova, 12 settembre ore 18.00 incontro su “Donne: occupazione e qualità del lavoro”. A programma sei interventi qualificati, di cui tre saltano. In sala una ventina di donne. Presenza maschile ai minimi storici. Lella Trotta, segreteria DS, introduce l’incontro.


Perché mai – chiede – le donne pur avendo un livello di scolarità più lungo e dei risultati migliori non hanno pari capacità di impiego rispetto agli uomini? Bisogna tentare –dice– la “costruzione comune di un percorso per arrivare ad un’elaborazione”. Franca Donaggio, del dipartimento donne e lavoro dei Ds, ricorda che il suo partito “ha deciso di prendere sul serio la questione delle donne”. Da ben due anni viene monitorata l’occupazione: è scesa quella femminile, il “sommerso riguarda sempre più le donne”. Segnala l’inizio di una “nuova stagione sia per le imprese sia per le professioni”; “Epifani e Fassino hanno convenuto che dobbiamo mettere in moto più mercato e più stato”, siamo “al 42% dell’occupazione femminile, bisogna arrivare al 60%”, inoltre è necessaria una riforma previdenziale perché si prevede una “generazione di donne con una pensione da fame”.
Eleonora Righi ricorda che “alle aziende non piacciono le donne”, appena il 6% le vorrebbe in un c.d.a. e solo un 1% le apprezzerebbe come A.D. Come facciamo? Susanna Picasso, Direttore area lavoro della Provincia insiste sul fatto che l’Italia è agli ultimi posti per le donne occupate, si “perde innovazione e competizione perché non sappiamo misurarci con le nuove sfide”. Dal pubblico l’intervento di due donne sul gruppo Riva e di un pensionato Marconi esprimono seri dubbi sul volgere di una nuova stagione alla luce delle carestie attuali e di quelle passate. Che fare?
Ore 21 dibattito Bersani, Castellano, Margini. Stesso giorno, stessa festa, stessa sala. Piena.
Claudio Riva a programma, assente ingiustificato, rimosso dal moderatore. Porto, Erzelli, università, siderurgia, cantieri navali, Villaggio Tecnologico Leonardo, fanno da portate per sfamare i genovesi e chi – ma non si possono fare i nomi – investirà sul territorio. Un’ energia scoppiettante contagia la platea. Oltre le transenne la giovane solare onorevole genovese ascolta e saluta. L’abbigliamento, curato nel minimo dettaglio sul tema safari, ricorda che in politica oggi nulla va lasciato al caso: la scelta dei dibattiti, il taglio di capelli, le storie da ascoltare.
(Giulia Parodi)