Business navi. Il Bello e il Brutto, ma il Cattivo?
A giudicare dalle foto sui giornali non c’è partita: uno, Gianluigi Aponte, alto, snello, tipo da attore con lieve accento partenopeo, vicino di villa e amico di Sofia Loren nel buen retiro ginevrino; l’altro, George Poulides, un omone di 150 chili, panciuto e pelato, d’origine cipriota e sempre un po’ fuor d’acqua qui.
I destini dei due armatori sono opposti, come le loro figure nel film della vita, dove vincente è il Bello, oggi a capo della flotta Msc (crociere e container), tra le più grandi del mondo; mentre il Brutto è sconfitto, addirittura in fallimento. Insomma tutto secondo uno scontato copione. Salvo il finale controcorrente, introdotto non da un regista dispettoso, ma dal curatore fallimentare, uno che le cose le conosce da vicino.
Secondo il colpo di scena giudiziario fu il Bello a metterci pesantemente lo zampino per mandare a fondo la Festival crociere di Poulides. L’atto d’accusa depositato in tribunale spiega che Aponte, riveritissimo cliente del Credit Agricole di Ginevra, avrebbe esercitato tutta la sua influenza per convincere la banca svizzera a ritirare di colpo la fiducia e il credito, prima concessi con larghezza a Poulides. Il risultato fu di mandare a fondo l’armatore greco-genovese e procurare al suo concorrente il vantaggio, non da poco, di acquistare due delle nuovissime navi passeggeri in disarmo (sulla European Stars vennero ospitati i capi di Stato durante il G8 di Genova), a prezzi fallimentari, appunto.
Dopo la smentita scontata di Msc (“Nessun complotto da parte nostra”), stampa e tv da due mesi tacciono. A nessuno è venuta la curiosità di fare un’inchiesta. Dimenticavamo: il giornalismo investigativo non è più gradito. Da parte loro invece gli armatori hanno fatto subito capire da che parte stanno, eleggendo loro presidente, a capo della Confitarma (la Confindustria del mare), Nicola Coccia, rappresentante in Italia del Bello e vincente.
(f.g.a.)