Liguria gente concreta. Visioni e passerelle nella reggia regionale

Un giorno qualcuno si deciderà a riunire in un’antologia, ne risulterebbe un istruttivo documento del costume nostrano, i numerosi eventi soprannaturali o quasi, registrati dalle cronache, preferibilmente in coincidenza con determinati momenti politici.


In tempi elettorali ormai remoti si moltiplicavano le Madonne piangenti, talora lacrime di sangue, specie se erano in vista avanzate delle sinistre; mentre in giorni più recenti abbiamo assistito -esterefatti- alle visioni di don Baget Bozzo, sicuro di aver visto lo Spirito santo scendere su Berlusconi lanciato alla conquista dell’Italia. Per fortuna è giunta puntuale la smentita della Cei: diversamente che figura ci farebbe la colomba divina, ora che le fortune del cavaliere sono in ribasso?
Coincidenza casuale o meno, in questi stessi giorni, grigi per l’Unto, spunta la solita pia donna che grida estasiata al miracolo e si inginocchia in preghiera; ma non accade in uno sperduto paesino di montagna, bensì in piazza De Ferrari, nel cuore di Genova, più precisamente nel palazzo della Regione, al pianterreno, dove è esposta la statua del Cristo degli abissi, appena restaurata dopo mezzo secolo trascorso sott’acqua. Il bronzo modellato da Galletti, ripulito delle incrostazioni marine e medicato di numerose ferite, è tornato a splendere della sua originaria dolcezza; e nessuno vi aveva notato alcunché di strano, finché, complice forse un gioco di luci, una signora, nota sensitiva, ha intravisto riflesso sul petto del Cristo il volto di Padre Pio. Dopodiché, sia i presenti, sia altri visitatori hanno avuto la stessa sensazione o suggestione; e il caso, debitamente amplificato da un tipo di informazione per lo meno indulgente, sta dando il via a pellegrinaggi, mentre il bar più vicino ha prontamente messo in vendita la “bevanda del Santo”.
Fin qui niente di nuovo, tutto secondo un copione che si poteva credere archiviato. Di più e di diverso c’è solo la performance del presidente della Regione, Biasotti, che non ha voluto assolutamente perdere l’occasione per salire alla ribalta, con tanto di freccia luminosa in mano, mostrando per un’ora al pubblico affluente dove e come si potrebbe riconoscere l’effigie del frate di Pietralcina… Possibile che nessuno dei tanti collaboratori, non certo il suo vice Plinio, sia in grado di dire al “governatore” che sarebbe molto più consono al motto “Regione Liguria gente concreta” continuare i lavori del suo ufficio, anziché cedere alla voglia di discutibili passerelle come questa? Affiancarsi all’Unto passi, ma ai santi…
(Camillo Arcuri)