Politica. Partito dei trentenni in entrambi i poli

Ad aprile 2005 il centro sinistra vince le elezioni regionali. Seguono le trattative per giunta, commissioni, dirigenze di ogni tipo fino ai primi di luglio, quando l’assetto definitivo degli incarichi sembra raggiunto. Puntuali i malumori e le accuse, di lungaggine, lottizzazione, scambi indecenti.


C’è di più. Anche a Genova, come in altre regioni dove il centro sinistra è stato vittorioso, la stampa dà eco a una inquietudine che però la politica ha preferito ignorare. P. Lingua (Repubblica 16 luglio 2005) ha scritto che “litigare per le questioni di governo e di sottogoverno è fisiologico in tutte le coalizioni a qualunque latitudine”; piuttosto, osserva, bisogna chiedersi se la coalizione dell’Ulivo, che si è spalmata uniformemente su quasi tutto il territorio ligure, è “un gruppo strutturalmente omogeneo con un progetto rispondente a un modello civile, oppure si tratta di aggregazioni … di interessi diffusi, di vecchie nomenklature sopravvissute…, di repechage di rancorosi esponenti locali alla ricerca di un risarcimento. Quanto c’è di vecchio e quanto di nuovo in questo variegato gruppo dirigente?”
Domande serie a cui prima o poi la politica cittadina e regionale dovrà – si spera – dare risposta. Al momento però si preferisce seguire la strada opposta e assicurare la propria disponibilità ai “sempre pronti” e ai “fino ad oggi tagliati fuori” che proprio a questo fine hanno deciso di entrare in campo. A questi ultimi si è aggiunto in tempi recenti anche il “partito dei giovani”, composto per lo più da delusi per le trombature politiche o per la scarsa attenzione ricevuta nella fase spartitoria. Sono “giovani” i “Popolari europei per la Liguria”, nuova associazione (quotidiani del 15 luglio 2005) che raccoglie frondisti di Forza Italia, con buoni contatti – dicono – anche con la Margherita, “in grado di mettere insieme 16-17 mila preferenze”. Pragmaticamente aperti alle “novità”, si sentono uniti in una formula (“Fare la politica che i partiti si sono dimenticata”) che non dovrebbe precludergli alcun trasversalismo.
“Giovani” anche “I trentenni all’assalto della Quercia” di cui ha scritto Repubblica (15 luglio 2005). Sono alcune decine per lo più esponenti DS e tutti “in carriera” (politica). Hanno inviato una lettera al segretario regionale DS Margini e al presidente della regione, Burlando. Vogliono “rilanciare (anche loro!) un discorso iniziato già nel congresso provinciale della sinistra” dove però sembra non abbia ottenuto l’ascolto adeguato. Il loro punto di vista “è quello di una classe dirigente e politica che ha trent’anni e che vorrebbe trasformare in azioni concrete la fiducia e il consenso degli elettori che li hanno votati”. Conflitti di interesse? Lottizzazione? Nomine improbabili? Scandalo dei superstipendi…? Niente di tutto questo. I giovani del centro sinistra vorrebbero “portare avanti alcuni temi fondamentali come la riforma del credito…”.
Poco da aggiungere circa il principale destinatario della lettera, Burlando. “Burlando è veramente diventato l’ombelico non solo della sinistra ma di tutto lo schieramento politico ligure: gira tutto intorno a lì. La forza …del centro sinistra è tanto estesa che il suo leader e, a corona, quelli che gli stanno vicino o che si muovono volenti o nolenti nel suo raggio, esercitano un potere diffuso che si manifesta oramai in una dinamica perentoria: ogni posto, ogni poltrona viene occupata secondo le loro logiche e secondo l’imperativo categorico di sistemare tutti i propri uomini”. La citazione è di Manzitti (fondo di Repubblica-Lavoro 11 luglio 2005) fautore da sempre della leadership Burlando. E se lo dice lui…
Manlio Calegari